La Chiesa di San Ginese di Compito - Raccolta di notizie storiche



La chiesa di San Ginese di Compito c’è ancora ma il castello è scomparso. Forse. 

Ma è quella che oggi vediamo sul culmine di San Ginese la chiesa fondata nel IX secolo? 


I parrocchiani con il loro Rettore (tra cui mia madre alle spalle della ragazzina bionda sulla destra). 
La foto è tratta dall'archivio storico comunale di Capannori. 





CRONOLOGIA DELLA CHIESA 

DI SAN GINESE DI COMPITO 



TRATTA  DAL SITO  web " Le chiese delle Diocesi Italiane ", che si rifà al testo "Capannori le pievi le comunità il territorio" - Golberto Bedini , Giuseppe Ghilarducci , Giorgio Tori - edito 2012

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e al testo : 

I Pivieri di Vorno e di Compito - ed. 1998 - AA.VV. -  La Grafica Pisana


http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/schedacc.jsp?sinteticabool=false&pref=cc&modalita=normale&statovis=completa&sercd=79373&part=guestesterno

http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/schedaca.jsp?sercd=79373


anno 844  (prima menzione intero bene)

La chiesa è ricordata per la prima volta in una pergamena dell'anno 844.(1)

secoli X - XI (notizie storiche intero bene)

In epoca anteriore al 1000, sorgeva in loco un castello, detto "Casteldurante", all'interno del quale si trovava una chiesetta intitolata a S. Alessandro. Dopo la distruzione del castello, venne costruita una chiesa romanica, a sua volta sostituita dall'attuale risalente al 1859. La dedicazione a S. Ginese, si collega al miracoloso ritrovamento avvenuto nel 1553, entro il muro della chiesa, della reliquia del braccio del santo martire paleocristiano.(2)

anno 1465  (notizie storiche intero bene)

Nella visita pastorale del 1465, si descrive la chiesa in abbandono e in estremo squallore.

anno 1553  (notizie storiche intero bene)

La chiesa in pessime condizioni, fu restaurata da una confraternita in onore del santo.

anno 1660  (notizie storiche intero bene)

Dalla visita pastorale del 1660, si descrive la chiesa di modeste dimensioni.

sec. XVIII  (notizie storiche intero bene)

La titolazione già agli inizi del XVIII secolo registrava, accanto a quella antica di S. Alessandro, quella di S. Ginese, consolidatasi, poi come unica.(2)

anno 1859  (nuova costruzione intero bene)

Nuova costruzione della chiesa e costruzione del campanile ad opera dell'Arch. Pardini.(1)

anno 1869  (restauro facciata)

Inserimento del portico di facciata su colonne binate.

aani 1908 - 1915 (nuova edificazione campanile)

Eretto il campanile con blocchi di marmo bianco. 

anno 1920  (restauro volta)

Restauro della volta sopra il coro crollata a seguito dell'evento sismico. Sosituzione di travi e restauro del tetto.

anno 1985  (restauro intero bene)

Tinteggiatura interna per adeguamento impianto elettrico, tinteggiatura facciata.
(1) https://sanginesecompito.blogspot.com/2023/08/castel-durante-e-la-sua-chiesa-o-chiese.html





DOCUMENTAZIONE

1) Diario sacro delle chiese di Lucca


pag. 206
San Ginese Martire.
che rappresentando per derisione, come gentil commediante, il battesimo dei cristiani alla presenza di Diocleziano, spirato 

pag.207
da Dio, convertito alla s.fede, si battezzò; per lo che lacerato con unghie di ferro, ed abbrugiato con piombo liquefatto, divenuto glorioso spettacolo a tutto il paradiso, ne riportò l'eterno premio.Il suo corpo riposa in RomaNella chiesa di Castel Durante, diocesi di Lucca, e dedicata prima  a s. Alessandro, vi si venera il suo braccio ( di San Ginese); essendo tradizione antica in quel luogo, che fabbricandosi la detta chiesa di s. Alessandro, venuta alle mani del muratore una pietra di marmo per servirsene a comodo suo, non potè da principio spezzarla a colpi iterati di martello; in fine però, aprendosi in mezzo, vi fu trovata in parte concava di essa questa reliquia, coperta con una grata di ferro, ed oggi anche questa pietra si vede: il che dette motivo che tal chiesa prendesse poi il titolo di s. Ginese. (*)

Una carta del tante volte citato archivio arcivescovale conferma mirabilmente questa tradizione, poichè ci fa conoscere che in quel luogo nel secolo IX esisteva una chiesa consacrata a questo Santo, che per le rivoluzioni succedute poi nel nostro paese, e forse per le molte incursioni nemiche specialmente dei Pisani rimasta distrutta, se l' era dai posteri perduta la memoria. 


Questa carta è seg. † † n. 12. anno 844, e con essa il prete Godiprando allivella

una casa e beni in Villora ad un tal Ermiprando che abitava in quelle vicinanze presso la chiesa di s. Ginese. Laonde può intendersi adesso, come potesse quella insigne reliquia esser trovata nel terreno, ove costruivasi la chiesa di s. Alessandro.


La questione del Concilio di San Genesio (**) 


“ Un' altra chiesa con monastero esisteva in Lucca avanti il mille dedicata a questo Santo. Vedi Carta del vesc. + 55. anno 859. e  O. 26. sopra riportata, ed una

antichissima se ne trovava pure nella nostra diocesi in Vico Wallari a poca

distanza dal moderno Saminiato, e che il D. Lami giudica anteriore alla dominazione Longobardica ed anche Gotica. Monum. Eccl. Florent. tom. pag. 259. E può ciò essere, perché il culto di questo Santo era comune ed esteso fino del secolo V, come raccogliesi dal calendario Cartaginese pubblicato dal Mabillone. 


Tralascio qui di parlare della questione non per anche decisa, se il celebre concilio, o sinodo tenuto nel secolo XI da s. Anselmo, fosse stato da lui riunito nella chiesa gio di storia ecclesiastica di Lucca; osserverò soltanto che presso Lucca esisteva un'altra chiesa di s. Ginese in Castel Durante, che quelle ragioni che ci possono indurre a credere tenuto il concilio anzidetto nel castello di Mammoli anzichè nel s. Ginese di Saminiato, sono ugualmente valevoli a farcelo supporre tenuto in s. Ginese di Castel Durante; molto piò che questo secondo luogo era più comodo per i prelati che ritornavano dal concilio Romano, e per dar loro un più facile alloggio, avendo quella chiesa ed il castello non poche abitazioni intorno. “ Così aggiungeva al “Diario sacro delle chiese di Lucca” l’abate Domenico Barsocchini . 



(*) La dedicazione a S. Ginese, si collega al miracoloso ritrovamento avvenuto nel 1553, entro il muro della chiesa, della reliquia del braccio del santo martire paleocristiano.

(**) S.Genesio Vico Wallari


2)  Enciclopedia Italiana 1936 - Treccani

Nel 1074 vi si tenne un concilio, che per mandato di Gregorio VII si interessò alla causa di S. Anselmo, vescovo di Lucca, contro i canonici della sua cattedrale, aderenti all'imperatore Enrico IV. 





3) Ecclesia  S. Alexandri da http://www.piccolapenna.it/San%20Ginese.htm



San Ginesio, San Ginese di Compito


La chiesa, costruita nel 1859 sul sito di una precedente chiesa romanica, è dedicata a San Ginese e
a San Alessandro Papa. 
Anticamente, a San Alessandro, era dedicata la chiesetta interna del castello dei Durante, che si trovava nel medesimo colle. 

Nell'Estimo del 1260 si legge: Ecclesia S,Alexandri de castra Durantis.
La dedicazione a San Ginese è successiva al 1553, anno in cui venne trovata una reliquia del 
santo all'interno della chiesa.
La chiesa è a navata unica e la pianta è a forma di croce latina. 
La prima pietra per la costruzione del campanile è stata posata il 26 Ottobre 1908 dal cardinale 
Lorenzelli.
All'interno si trova un' altare del Sacro Cuore in marmo bianco e una statua di San Ginese 
posta sopra l'altare maggiore.


4) Dalla diocesi di Lucca: 

https://www.diocesilucca.it/chiesa-di-san-ginese-s-ginese-di-compito/


Già  prima del Mille sopra questo colle vi era un castello, denominato Castel Durante, ed in esso una chiesetta dedicata a S. Alessandro. 

Distrutto il castello, sul luogo, fu costruita una chiesa romanica ed essa, a sua volta, fu sostituita dalla attuale nel 1859. La chiesa, per una reliquia del Santo martire ed una confraternita a lui dedicata, aveva già  assunto il nome di S. Ginese. La pianta è ad una navata con crociera.






San Ginese: La chiesa, il Santo.


La chiesa attuale, posta sul punto più alto del paese, è stata costruita nel 1859 sulle rovine di una precedente chiesa romanica, è dedicata a San Ginese e a San Alessandro Papa. Anticamente, già prima del mille, a San Alessandro era dedicata la chiesetta interna del castello dei Durante. Nell'Estimo del 1260 si legge: “Ecclesia S.Alexandri de castra Durantis”. (chiesa di sant'Alessandro di Castel Durante). Castel Durante era uno dei castelli della zona del compitese che la città di Lucca aveva costruito per difendersi dalle incursioni pisane e fiorentine. Tutti questi castelli furono distrutti nel 1316  dall'esercito pisano di Uguccione della Faggiola. A questo periodo si rifà la manifestazione storica che veniva effettuata dal “Gruppo Storico Castel Durante” l'ultima domenica di Agosto.

La chiesa è a navata unica e la pianta è a forma di croce latina. 


La prima pietra per la costruzione del campanile è stata posata il 26 Ottobre 1908 dal cardinale Benedetto Lorenzelli. La dedicazione a San Ginese è successiva al 1553, anno in cui venne trovata una reliquia del santo.


Si narra che durante l'edificazione della chiesa i costruttori abbiano trovato un sasso rotondo che stranamente non riuscivano a murare in nessuna maniera. Decisero quindi, per riuscire ad utilizzarlo, di romperlo. Con immenso stupore scoprirono che questo sasso era cavo e conteneva al suo interno un piccolo osso avvolto in una pergamena che lo attribuiva al martire Genesio. Questa è la reliquia che noi custodiamo nella nostra chiesa e che esponiamo e  portiamo in processione il 24 agosto: una parte dell'osso del braccio del santo.


La storia ci narra che Genesio fosse attore, musico e mimo romano che  nel periodo più aspro delle persecuzioni cristiane, durante l'impero di Diocleziano, si faceva beffe di coloro che si convertivano e si facevano battezzare. 


6) Dall'enciclopedia online “Santi e Beati” - Autore: Antonio Galuzzi 

La cronaca della sua conversione e del suo martirio.


“Quando l'imperatore Diocleziano venne a Roma, fu accolto con la più grande magnificenza. Fra le feste, si diedero pure delle rappresentazioni teatrali, in sua presenza. Uno degli attori principali, Genesio, volle mettere in burla le cerimonie del Battesimo dei Cristiani. Era sicuro di far ridere gli spettatori.

Postosi dunque a letto sul palcoscenico si finse ammalato e si cominciò questo dialogo.

– Ah, miei amici, io sento sopra di me un grave peso, e vorrei ben essere liberato!

– Che faremo per toglierti questo peso?

– Quanto siete mai privi di intendimento! Io sono risoluto di morire cristiano affinché Iddio mi riceva nel suo regno, come quelli che, per assicurare la loro salvezza, hanno rinunziato all'idolatria e alla superstizione.

Allora si chiamarono due attori, uno dei quali rappresentava il prete e l'altro l'esorcista. Venuti al capezzale dell'ammalato gli dissero:

– Perché, figlio, ci fai qui venire?

– Perché desidero ricevere la grazia di Gesù Cristo, e di essere rigenerato, onde potermi liberare dai miei peccati.

Genesio venne allora battezzato e rivestito di una veste bianca come solevano fare i Cristiani: e ciò gli attori lo facevano sempre per burla. Intanto continuando la scena, sopravvennero altri attori vestiti da soldati, i quali si impadronirono di Genesio e lo presentarono all'imperatore per essere interrogato nella stessa maniera con cui s'interrogavano i Cristiani. Fin qui si era creduto che fosse una farsa come era stato nell'intenzione di tutti, ma ben presto imperatore, attori e spettatori conobbero che per Genesio non era più una commedia.

Difatti il comico, rivoltosi improvvisamente al popolo che rideva gustosamente, e con tutta naturalezza e serietà disse:

– Signori e voi tutti che siete qui presenti, ascoltate ciò che io sto per dire. Io non ho mai udito pronunziare il nome cristiano senza inorridire e detestare anche quei miei parenti che professavano questa religione. Mi sono istruito nei misteri e nei riti del Cristianesimo unicamente per dileggiarli e per farli disprezzare dagli altri; ma in questo istante tosto che l'acqua ebbe lavato il mio capo ed ebbi risposto che io credeva a tutte quelle cose su cui venivo interrogato, ho veduto sopra il mio capo una schiera di Angeli splendenti di luce che leggevano in un libro tutti i peccati da me commessi fin dalla fanciullezza; quindi immerso questo libro nell'acqua in cui io ero pure immerso, me lo mostrarono più bianco della neve e senza alcuna traccia di scrittura. Voi dunque, o possente imperatore, voi dunque, o romani che mi ascoltate, voi tutti che vi beffavate con me dei misteri del Cristianesimo, credetemi: Gesù Cristo è il vero Dio, che è la luce e la verità, e che da lui solo potete ottenere il perdono dei vostri peccati.

Udendo queste parole, tutti gli spettatori trasecolarono. Diocleziano, credendosi burlato, lo fece flagellare e lo consegnò al prefetto Plauziano.

Genesio fu lungamente e aspramente torturato, gli furono rotte le costole, fu straziato anche con il fuoco e da ultimo fu decapitato ma non rinnegò mai la sua conversione. In queste sofferenze il martire andava ripetendo: “Non vi è altro Dio all'infuori di quello che io ebbi la fortuna di conoscere. Io non adoro né servo altro che a Lui: a Lui solo starò sempre unito, dovessi anche soffrire mille morti”.” 

Correva l'anno 303 d.C. Genesio fu sepolto nella catacomba di sant'Ippolito fuori Roma sulla via Tiburtina (cfr. Martirologio geronimiano-Notitia Ecclesiarum urbis Romae-De Locis Sanctis) fu canonizzato nel sec.VI. Le sue reliquie sono sparse un po' in tutt'Italia.

È patrono dei comici, degli attori  e dei liutai. 

Lo si invoca per la guarigione dall'epilessia e contro le malattie dell'udito. 

Anche nella nostra chiesa, fino a circa cinquanta anni fa, dopo la processione della sera del 24 agosto venivano fatti passeggiare, nella navata centrale della chiesa, i malati di epilessia e molti  di loro guarivano per intercessione del santo.

San Genesio di Roma 

emblema la palma dei martiri

significato del nome, dal greco, genitore o generato.




Il culto di San Ginese

1. estratto da  DINAMICHE DI FORMAZIONE DEL PANORAMA DEVOZIONALE DELLA REPUBBLICA DI LUCCA NEL `700.  (pagine 105-118)


Per quanto riguarda le sue reliquie, nell’inchiesta degli anni 1710 – 1712, ne troviamo riportata solo una a Cardoso di Gallicano19, già citata nella visita pastorale effettuata nel 1695 ad opera del Cardinale Francesco Buonvisi20. Negli atti dell’indagine di inizio ‘700 non vi è traccia del braccio del martire tradizionalmente conservato nella chiesa di sant’Alessandro di Castel Durante (oggi San Ginese di Compito) e qui miracolosamente ritrovato nel 1553 (21). Sia questa un’omissione del redattore oppure la spia dell’avvenuta traslazione in altro luogo, nei decenni successivi varie opere confermano la presenza dell’arto sacro nella chiesetta del Compitese. Nel quinto tomo delle Memorie e documenti per servire all’istoria del Ducato di Lucca, a prescindere dagli errori in cui incorre l’autore, peraltro marginali, è suffragata l’ipotesi di un lungo oblio in cui incorsero le reliquie di questo santo, “che nel tempo successivo fu riguardato come una fola”(22).

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Il culto di san Ginese mostra, nella relazione del parroco di Bargecchia (di Camaiore) inviata in risposta all’inchiesta governativa del 1784, un aspetto molto interessante: il giorno della sua festa e la sua vigilia le persone affette da “mal caduco” venivano fatte passeggiare nel porticato adiacente la chiesa parrocchiale, sperando in una miracolosa intercessione per guarire dall’epilessia. Tale pratica è riportata pure dal Fiorentini, nel suo martirologio, dove è descritta in modo pittoresco, dando al contempo esempio della sopracitata confusione fra i due santi omonimi. 

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ma a livello iconografico la sua figura è presente nel ciclo di affreschi posto nel transetto sinistro della chiesa dei santi Giovanni e Reparata a Lucca. Qui è rappresentato con gli attributi di un suonatore chino a rimirare le corde del suo strumento, in compagnia dei santi Barbara e Sebastiano, (30) in un trittico che riunisce alcuni dei santi più invocati dai fedeli per ottenere grazie nel campo della salute fisica.


Ulteriori prove della diffusione del culto in area lucchese sono l’insieme di chiese dedicate o in qualche modo legate ad esso, sparse per il territorio della diocesi, e la presenza di san Genesio/Ginese tra i toponimi.


Le carte del Diplomatico dell’Archivio di Stato di Lucca conservano alcune sorprese. Già dal XII secolo si fa menzione di una chiesa dedicata a san Genesio eretta nel centro urbano: “(...) de terra cum casa super se qui videtur ecclesie infra predicta civitate [Lucca, n.d.a.] propie ecclesia sancti Genesi”(31), che sarà sottoposta al controllo dei monaci Benedettini di san Ponziano.


Note:

21 .http://sacrumluce.sns.it/mv/html/LUC/LC__990008251200000/. 

È probabile che il ritrovamento della reliquia, durante i lavori di restauro, sia stato “fatto” per ridare un po’ di prestigio alla chiesa di sant’Alessandro di Casteldurante, che in passato era stata adibita addirittura a porcile, come emerge dagli atti della visita pastorale fatta dal delegato vescovo Matteo da Pontremoli O. P. (v: G. Concioni, op. cit., p. 39).

22. D. Barsocchini, Memorie e documenti per servire all’istoria del Ducato di Lucca, presso Felice Batini,


30. F. Cantini, F. Salvestrini (a cura di), Vico Wallari – San Genesio ricerca storica e indagini archeologiche

su una comunità del medio Valdarno inferiore fra alto e pieno medioevo, Firenze University Press, Firenze,


31. ASLu, Diplomatico, San Ponziano, 21 – 02 – 1150.



2. Estratto da https://mattiolihealth.com/wp-content/uploads/2021/04/09-Brigo.pdf

Il culto dei Santi ausiliatori degli epilettici in Italia: una panoramica geografica, linguistica, storica ed antropologica

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Secondo quanto riportato nell’Atlante linguistico ed etnografico dell’Italia e della Svizzera meridionale, il “mal di San Ginesio” era, invece, una denominazione di epilessia attestata unicamente nella località di Càmpori, nel Comune di Castiglione di Garfagnana sull’Appennino Lucchese (1).

Il termine faceva riferimento a San Ginesio (o Genesio o Genese; 284-303) di Roma. Ginesio era un attore comico che, mentre stava rappresentando in modo burlesco il battesimo dei Cristiani di fronte all’imperatore Diocleziano (244-313), manifestò all’improvviso il desiderio di essere battezzato. Per la sua conversione fu immediatamente condannato alla morte per decapitazione dall’imperatore (20).

Nella chiesa di San Ginese a Castel Durante (in provincia di Lucca) veniva venerata una reliquia con un braccio di San Ginesio. Il terreno circostante questa chiesa e il sagrato della chiesa di San Ginesea Camaiore (Lucca) erano popolarmente ritenuti in grado di curare l’epilessia (21). 

Anche nel caso di San Ginesio, come per San Giovanni Battista, si tratta di un martire morto per decapitazione e tradizionalmente invocato contro l´epilessia, condizione che, in sensofigurato, può far “perdere la testa”.