Giovanni (?) Dingori di VILLORA un Villese di successo: rinuncia all'eredità di Pardino Ciucchi di CASTRO DURANTE nel 1334 , dopo 10 anni rinuncia ad un'altra eredità perchè è nominato CONSOLE della curia dei Foretani
Atto 1.
Denominazione (dell'unità descritta)
Titolo attribuito 19-04-1334 - FREGIONAIA
Estremi cronologici
Estremo cronologico testuale 19/04/1334
Descrizione fisica
Integrazione alla descrizione Tipologia: atto || Misure: 135 x 235 mm || Supporto: pergamena || Stato: integra || Stato di conservazione: buono || Condizione: stesa
Descrizione / Abstract / Regesto
|| Datazione (rilevata): 19 Aprile 1334
|| Carattere: privato
|| Traditio: originale || Persone:
|| rogante: Andrea Bonacquisti di Lucca notaio (signum: 1)
|| persone:
|| Andrea Bonacquisti di L. notaio,
Vanni Dingoro da Villora, pieve di Compito, rinunzia all'eredita' di Pardino Ciucchi da Castel Durante, pieve suddetta.
Atto 2.
|| Datazione (rilevata): 28 Febbraio 1344
|| Carattere: privato
|| Traditio: originale
|| Persone: || rogante: Alberto di Bommese da Barga giudice, cittadino lucchese e notaio (signum: 1)
|| Regesto: || Uberto di Bommese da Barga giudice c. notaio
GioVanni quondam Dingoro da Villora, pieve di Compito, vien nominato da Schiatta q Ser Nicolao Bernardini di L. console della Curia dei Foretani(*) di L., tutore di Bonaventura figlia minore del quondam Coluccino quondam Lotti da Villora (**).
|| Vanni nella qualita' suddetta, rinunzia all'eredita' del quondam Coluccino in nome della minore.
(*) Espletava la sua giurisdizione sulle controversie fra cittadini lucchesi e gli abitanti del territorio delle Sei Miglia, e sulle liti fra gli abitanti del contado.
(**) vedi altra pergamena 1336 |
Atto 3.
Datazione (rilevata): 9 Marzo 1344
Traditio: originale
Topica: " in terra de Ruota"
Persone:
rogante: Tommaso di Gerardo Bonanni di Lucca, notaio (signum: 1)
Regesto:
Tomasio di Gerardo Bonanni di L. notaio Narduccio di Chiriolo quondam Nardo da Ruota e Cianella sua moglie, figlia del quondam Forte quondam Guido di Massa Macinaia, vendono a Lottorino di Giovanni quondam Dingoro da Villora, ed a suo fratello Orsellino, alcuni beni in Massa Macinaia, per il prezzo di 120 fiorini d'oro.
ATTO 4.