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http://voltosantoineuropa.blogspot.com/2010/10/abbazia-di-s-salvatore-del-lago-di.html SCARABISSO
I riferimenti sono alle pagine del testo "LA BADIA DI SAN SALVATORE DEL LAGO DI SESTO " di GIUSEPPE CACIAGLI , 1984
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Martirologio |
ASSASSINIO DEL FEUDATARIO DI CASTELVECCHIO E CASTELNUOVO
Nella notte del 4 novembre 679 Delfio , feudatario di castelvecchio muore per un imboscata fattigli in localita Casole da Sassuolo degli Usberghi ( o degli Isbenzi ) , pisano che voleva vendicarsi dei torti subiti in tempi anteriori , indi con uno stratagemma entrò nel castello senza armi adoperare .
Il fatto avvenne così:
la domenica notte del 4 settembre 679 , Lapo di Castelnuovo, spia di Delfio gli annuncia falsamente che venivano da Lucca con lui due mercanti diretti a Buti ed a Cintola per comperare dell’olio, Delfio allora andò con 2 suoi uomini fra due monti vicini a Castelvecchio in loco detto “ le Casole” dove era Sassuolo. Questi mandò 6 dei suoi compagni a Poggioli perché Delfio non si potesse salvare, mentre lui va verso Castelvecchio così Delfio non potesse tornare ne fuggire a Castelnuovo, fu così messo nel mezzo.
Delfio ricevuto l’aguato fuggì nella Badia ma per la furia, dato che era inseguito non potè ritirarsi nella torre ma raggiunto all’altezza del portico della Badia da Sassuolo fu da esso ucciso.
Morto Delfio , dei due suoi compagni che eano con lui uno non fu piu trovato e l’altro di nome Galeotto da Tolli fuoriscito dei lucchesi , si arrese e gettò via le armi, ma Sassuolo o fece gettare vivo giu dal portico.
Sentendo il gran fragore la guardia iniziò a insospettirsi, allora la spia con Sassuolo e tre compagni andò nottetempo al castello e si presentò dicendo che era Delfio che tornava con la refurtiva, così il castellano che era Lari Corso gli aprì finendo accopato con un colpo di scure per mano di Lanciso de Lanciso uno dei tre compagni di Sassuolo.così il castello fu preso senza rumore
Acquistato il castello subito Sassuolo mandò la spia a Lucca con una lettera per gli Anziani nella quale raccontava l’accaduto
Saputo ciò Lucca mandò 300 uomini capitanati da Sinibaldo Forieri a conquistare Castelnuovo . Con lui c'era anche Sassuolo già padrone di castelvecchio .
Il castellano Giovanni Rodini di Sassa sapendo che nel castello vi erano , fra uomini a lui fedeli e nò , solamente 12 capaci di combattere,si arrese (alle ore 24) e senza combattere a patto che gli fossero donati 200 carlini pisani e di poter salvare la sua roba e la sua famiglia, che era una sgualdrina da S.Concordio . Così all’una di notte Sinibaldo con tanti soldati pisani rimase al castello ,e Sassuolo con i lucchesi si diresse alla badia ( pag. 27 ) ( parte dei soldati lucchesi erano rimasti a Castelvecchio)
Sassuolo il 6 settembre rimandò i suoi pisani via dal castello non facendogli portare via niente , anzi diede tutto ciò che era di Delfio all'Abate di Sesto e a Sinibaldo , dopo di chè si recò a Lucca per ottenere buoni rapporti con dette autorità , intento nel quale evidentemente riuscì dato che gli fù donata una paga per darla ai suoi soldati ed una per lui medesimo di 200 fiorini d'oro ; indi lo fecero accompagnare fino a castelvecchio da Lazzari Lanto e da Ser Paolino Strini per prenderne possesso in nome di Lucca, avvenuto ciò assuolo se ne tornò a Pisa , questo avvenne il 10 settembre. ( pag. 28 )
Una volta arrivati procedettero a fare l'inventario e divisero i beni in tre parti : una per la signoria di Lucca , una per l'Abate di Sesto e l'altra per Sassuolo il quale saputo nel frattempo che l'abate era parente del castellano da lui ucciso , gli donò la sua quota rifiutando anche il tesoro trovato nel castello stesso che era costituito da oggetti presi con la violenza da Delfio ai suoi sudditi, i quali a loro volta per dimostrare la felicità di essersi sbaragliati di tal tiranno , rifiutarono i loro diritti a favore dell'abate con un rogato stipilato il 30 settembre 679 da Ser Santino Gattocon il quale gli riconobbero anche la proprietà sui due castelli .
A Delfio, visto i crimini ce aveva fatto, non diedero sepoltura in luogo sacro ma lo deposero in un campo
Chiese di cui gode le entrate loa Badia di Sesto
chiese, badie antiche di cui la Badia non gode
Val di Serra ) castelli appartenenti alla Badia di Sesto
(pag. 81-82 )
CRONOLOGIA FRA STORIA E LEGGENDA.
E obbliga Lucca a dare alla Badia il castello di Castelvecchio
Tal documento dice: <<>>>
( Alberto Maria Onori - L’abbazia di S. Salvatore di Sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni - pag. 13 )
937 COMPITESE ( Abbazia di Sesto) Fu concessa in dote dal re Ugo ad Adelaide sposa di suo figlio Lotario, assieme a quella di S. Antimo e di S. Salvatore sul Monte Amiata. ( Alberto Maria Onori - L’abbazia di S. Salvatore di Sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni - pag. )
996 COMPITESE ( Abbazia di Sesto ) Già in quest’anno l’abbazia possedeva terreni sparsi nei pressi di Pisa ,vicino alla terra dei figli di Cuniberto , terreni dell’estensione di 8 sestari, nel contado pisano, pistoiese, volterrano e presso Roselle, così come nel parmense, nel distretto di Populonia e nell’ isola di Corsica ; inoltre godeva di ampi poteri giurisdizionali, specificati nel consueto monito ai funzionari imperiali a non molestarla in alcun modo, sotto la pena di 100 libbre d’oro. Aveva anche un diploma che gli concedeva ogni diritto sulle acque del lago e dei suoi affluenti. (Alberto Maria Onori L’abbazia di S. salvatore di Sesto e il lago di Bientina ed. Salimbeni) 1001 COMPITESE ( abbazia di S. S. di Sesto ) Nel corso di questo secolo l’abbazia viene restaurata da Willa, madre del marchese Ugo di Toscana, dopo ,ché, per intercessione di quest’ultimo, l’imperatore Ottone III° aveva rilasciato il I° diploma autentico ad essa relativo di cui si abbia notizia, dato in Vico il 21 luglio 996. Sappiamo così che vi è un intervento marchionale e che l’abate è un certo Mai ( Alberto Maria Onori - L’abbazia di S. Salvatore di Sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni - pag. )
( fino a quì arrivano gli appunti di Giovanni Bartolomei di cui é in possesso il Marchese Cambiaso - Ravano , e che ricalca in tutto le “ notizia “ di Don Benigno da Lucca ) ( pag. 43 ) CRESCITA DELLA BADIAPer alcuni anni la vita della zona pare trascoresse tranquilla , la Badia accresce la stima sulle persone che conosce tanto chè nel 694 i privilegi e concessioni gli furono confermati dall' Imperatore d'oriente Giustiniano I° , come figura in un diploma fatto da Carlo Magno nell' 803 per il medesimo motivo. Nel 695 fù Sergio I°, e non Giovanni VI° , a confermare alla badia privilegi ed esenzioni dagli obblighi dal Vescovo di Lucca. ( pag. 29 ) Nel 600 si fece monaco Vincenzo Righi di Pisa e portò in dote 100 fiorini e molti beni che aveva a S. Giovanni alla vena. ( pag. 32 ) Nel 679 684 - 85 il Papa Benedetto II e l'Imperatore Costantino IV° confermò all'Abate diritti e privilegi già dati da Papa Vitaliano e l' Imperatore Costante II°. 4 marzo 713 Papa Gregorio II conferma i beni acquistati dalla badia Il 12 luglio 713 fa uguale Filippo I°. ABBAZIA DI S. SALVATORE DI SESTONel febbraio 668, Costante II° , imperatore dell'impero Romano d' oriente , ancorché non cristiano decise di mandare il figlio secondogenito , Salimano , in Italia essendo il primogenito ( Costantino) in Africa per sedare alcune rivolte. Salimano avrebbe dovuto raggiungere Roma per comporre con il Papa Vitaliano I° , alcune controversie religiose. Tali controversie erano sorte a causa di Olimpo che si faceva chiamare Imperatore e dal fatto che il Papa considerava Costante II poco cattolico. Si trattava di una missione ufficiale e quindi esso aveva un numeroso seguito ed un tesoro con cui meglio convincere il Papa, nel seguito vi era anche un certo D. Benedetto Salmiani, abate di S. Maria e Marta di Borgogna e un certo Sevio dé Sottili , appartenente al medesimo ordine. Così Salimano con tutto il suo seguito partì da Salbuna (Sorbona ? ) il giorno I febbraio 668. Una volta che il corteo fu arrivato a Lucca il principe si ammalò e a seguito del suggerimento dell'abate Benedetto si ritirò a Castelvecchio lasciando così la Città . In questo periodo il feudatario e signore di Castelvecchio e Castelnuovo ( Colle di Compito ) era un certo Delfio di Biscassino ( o Biscaglino ) nativo di Guascogna e pronipote ( da parte di madre) dell'abate Benedetto Salmiani . I due castelli erano stati costruiti nel 576 dai Goti e fino al 660 erano appartenuti ad Alamer , capitano dei borgogni in Italia, il quale però recatosi in Africa aveva lasciato padrone il suddetto. ( pag. 18 ) Delfio, seppure a malinquore diede asilo al principe ed ai due abati , ( uno dei due ; Don Benedetto era suo zio) ma al seguito offrì rifugio presso una fortezza sita vicino al lago " ove scorreva il Serchio " sulla cui sponda vi era una grande cascina con case, vi sostava molto bestiame e, ove vi era anche una torre forte che serviva da riparo durante le varie scorrerie soldatesche. ( pag. 18 ) . Intanto la salute di Salimano peggiorò fino al punto di portarlo al decesso entro un mese Un anno dopo, a giugno, Salimano morì e fu sepolto nella chiesa di " S. Andrea in Castello " " a mano destra della porta ove si vede anche adesso" ; così scrive nel 1580 Frà Benigno abate della badia in quel periodo, come poi vedremo. Nel frattempo Lucca aveva mandato diversi ambasciatori per convincerlo a ritirarsi in città ove si potesse curare meglio, ma Delfio non permise loro ne di parlargli ne di portarlo via, addirittura fece passare malvolentieri i medici che vi mandava la città arrivano fino a non lasciarli mai da soli con il malato; tutto questo perché aveva paura che gli facessero qualche trattato per toglierli il castello. Salmiano prima di morire avrebbe fatto testamento nel quale dichiarerebbe di lasciare 2000 cicli d'oro , pari a 2000ducati larghi, per fare un tempio ove piacesse all'abate suo contemporaneo il quale, tra l'altro gli fù esecutore testamentario . Il testamento sarebbe stato rogato da Ser Pacino Passavanti da Fucecchio di Luccail 21 giugno 668. Morto Salimano, loro signore i suoi familiari e i baroni che formavano il seguito se ne tornarono dall’imperatore Costante . Questi documenti , commenta Don Benigno , che scrive un martilogio di questa Abbazia nel 1544, sono pressoché illeggibili . ( pag. 19 ) Così D. Benedetto e D. Sevio non persero tempo e il 4 settembre 668 , iniziò, nella cascina ove erano ospiti gli uomini che facevano seguito al Principe. Presso la cascina era un ridotto d’acqua che chiamavano padule perché il fiume Serchio c’entrava dentro, la botra riseccava restandone parte asciutto e parte acquoso. La costruzione della chiesa , la quale fu ultimata nel 671, e il 3 di marzo fu intitolata a " Santa Maria e Salmiani dé Borgundi o Borgognoni " e ne fu fatto abate D. Benedetto dato che era gia stato insignito dal Papa di tal carica quando era al suo paese. Una volta che il vescovo di Lucca seppe dell’abate pretese che gli rendesse obbedienza ; Delfio non volle che obbedisse , e attraverso l’arcivescovo di Pisa ottenne un diploma sia dall’imperatore ed uno dal Papa che rendeva il detto abate sottoposto direttamente a loro.( tutto questo per molti é leggenda dato che non ci sono piu documenti e considerando che Frà Benigno poteva avere interesser a “ nobilitare " le origini della Badia, tanto più che dai documenti ufficiali risulta sì che esisteva l'imperatore Costante II° , ma non risulta che avesse un figlio di nome Salimano, risulta però , come dice il Barsocchini in " memorie e documenti per servire alla storia di Lucca. T. V° parte II° dor. N° 254 anno 796 " che la Badia esisteva già nell' VIII° secolo , inoltre é molto probabile i castelli sopracitati fossero proprio costruiti dai Goti nel 576.; inoltre é da notare che a S. Giusto di C.to vi é una zona montana chiamata Borgognone , toponimo dovuto al residuo del fatto soprascritto. Per il Targion Tonzetti invece era intitolata a S. Salmani dé Cantuaria . Alla chiesa fu subito annesso il monastero intitolandolo a S. Salvatore di Sesto. Quando però l'Abate fu riconosciuto dal Pontefice attirò le ire di Lucca e Pisa, così il feudatario Delfio Biscaglino fu costretto a fornirlo di mura e fossi per difenderla. L’abate per mostrare benevolenza ai lucchesi vestì due monaci, cioè Don Piero di Forte da Orentano e Don Paulino de Servi di Salissimo . L’abate iniziò a praticare con la città benché i cittadini si fidassero poco di lui essendo parente di Delfio; e pure lui era poco contento che il frate trafficasse con la città, non solo, ma non voleva nemmeno che lasciasse entrare nella badia piu di due otre persone per volta . Nel 6 maggio 671 , vedendo che l’imperatore non prendeva altro provvedimento per portar via il corpo di suo figlio ed avendo l’ordine imperiale che essi ( Delfio e l’abate) dovevano eseguire la volontà di Salmiano e conoscendo che per ciò che riguardava il Papa provvedeva direttamente l’imperatore decisero di mummificarlo e trasferire il corpo nella Badia. Sulla lapide scrissero " qui giace Salimano, di anni XXVI ma di ingegno acutissimo , che fù figlio di Costante II° , che morì il 21 giugno 668 " e, sopra la scritta venne scolpita l'arma del principe e del padre oltre all'aquila a due teste , simbolo imperiale; lo stemma del principe é riportato nell'archivio Arnolfini presso A. S. Lu. ( pag. 19-20 ) . La lapide era di marmo bianco con le sbarre di porfido e serpentino , fatto a Tedesco, che stava a Pisa. Fin qui lo descrive Frà Benigno da Lucca. Circa il 29 maggio 671 l’imperatore Costante II manda un suo barone nel reame di Napoli e gli commise di andar a vedere se era vero tutto quello che l’abate D. Benedetto e Delfio gli avevano scritto del figlio sepolto della Badia e della conferma papale ecc. Mandò al detto abate altri privilegi e conferme , fatto questo avvenuto il 4 maggio 671 per mano di Sagone, cancelliere dell’Impero. Il sopradetto Barone di nome Sesto Savonio giunse a Lucca il I settembre 672 ed il giorno dopo andò alla Badia e una volta visto il tutto lodò il fatto e decise che detta abbazia si chiamasse S.M. Salmiani per onore di Salimano. Il detto barone che di nome faceva Sesto dette le confermazioni e nuovi privilegi imperiali all’abate oltre a 2000 fiorini d’oro perché fossero finiti i lavori. Da ciò prese il nome di S.M.Salmiani di Sesto e lasciò il nome di Burgundia. Sesto partì l’8 settembre 672 alla volta di Napoli e una volta giunto a Roma ottenne da Papa Vitaliano I un breve mediante il quale si ordinava che la Badia si chiamasse S.M.Salmiani di Sesto., si confermava la fabbricazione di detta Badia ed il suo abate D.Benedetto e gli si concedeva di vestire monaci e di renderli esenti dai vescovi e signori temporali e spirituali assieme a molti altri privilegi , come si contiene nella bolla di detto Papa del giorno 12 gennaio 672 anno secondo. Nell'annali Camaldolesi si avanza l'ipotesi che a fondare l'abbazzia con il monastero fosse stato Walfredo figlio di Ratcausi castaldo di Pisa , per il re Liutprando e suo fratello Rachis , e lo fece " in campo pisanica hiumierno o hivierni " , ipotesi per poco valida. ( pag. 21 )., si parla anche di un " breve " fatto dal Papa Vitaliano II° il 12 gennaio 672 o 673 che dà a Benedetto l'autorità di vestire monaci e di essere completamente autonomo dai vescovi e da altre autorità ; questa anche se considerata poco certa viene pure riportata dal Ker nel suo " regesta pontificum romanorum " ( pag. 23-24 ). | CRONOLOGIA STORICA DELL'ABBAZIASecondo il Targion Tonzetti , il primo documento che parla della Badia si rinviene in un testamento lucchese del 766, ove però si parla della chiesa e non del monastero. ( pag. 24 )
1020 COMPITESE ( abbazia di S. S. di Sesto ) Il 25 aprile Enrico II° conferì un altro diploma alla suddetta ( Alberto Maria Onori - L’abbazia di S. Salvatore di Sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni - pag. ) 1027 COMPITESE ( Abbazia di S. S. di Sesto ) Corrado II° il 6 aprile gli concede un altro diploma . In quest’anno l’abbazia possedeva un ampia autonomia sul piano amministrativo e giuridico e i monaci ebbero il privilegio di eleggersi il proprio abate ( purché fosse uno che viveva sotto la loro regola ) , in più avevano il diritto dell’autodifesa sanzionata dalle concessioni di due avvocati e di un gruppo di dodici uomini liberi legati da giuramento. Oltre a ciò possedevano beni in questo secolo a: Noceto, Cella?, Mariano?, Medesano, Falegaro, Niazzano, Verano de Melagri ec. ec. come vedesi nel doc. N. 2 ( Alberto Maria Onori - L’abbazia di S. Salvatore di Sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni - pag. ) 1053 COMPITESE ( l’ abbazia di S. S. di Sesto ) Enrico III° conferisce altro diploma a favore dell’abbazia il 4 luglio che conferma e amplia i possessi e i diritti e scompare anche qualsiasi accenno a qualunque mediazione marchionale . In quest’anno era abate un certo Maio , il ché fa pensare ad un allentamento tra marchesi di Toscana e Sesto. ( Alberto Maria Onori - L’abbazia di S. Salvatore di Sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni - pag. )
1099 COMPITESE (abbazia di S. S. di Sesto ) Iniziò in quest’anno a perdere case e terreni , iniziarono a ribellarsi i vassalli , così i monaci dei dintorni si videro costretti ad andare a vivere nella Badia per potersi meglio difendere . Così fu che perse parte della sua autonomia ( Alberto Maria Onori - l’abbazia di S. S. di sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni )
1100 COMPITESE ( le abbazie camaldolesi a Lucca ) Rangerio, ex monaco benedettino (probabilmente ) è per l’opera di questo santo che i camaldolesi vennero nella nostra diocesi, la badia di Cantignano, e quella di Pozzeveri assieme a quella di Sesto gli furono consegnate purché le riportassero agli antiche regola. Anche a Cantignano l’abate era il parroco del territorio dell’abbazia indipendente dal vescovo. Nei sec. XII- XV le abbazie o eremi camaldolesi erano 7 e cioè:
S. Salvatore di Cantignano
S. Andrea in selva ( nel compitese ) l’abbazia di Buggiano l’abbazia di S. Pantaleone ( S. Maria del Giudice )
A Cantignano risiedettero 4 secoli. La chiesa di S. Salvatore di Cantignano fu concessa all’ordine dei camaldolesi nei primi anni del 1100 e fu una delle prime abbazie benedettine a passare quindi all’ordine di S. Romualdo a Lucca. La concessione fu poi confermata dal Papa Pasquale II° nel 1113 e poi da altri fino al 1433 In 150 anni i monaci costruirono il nuovo convento di Cantignano con due chiostri e la nuova chiesa. La particolarità è che oggi il terreno è alzato di circa due metri. (Pasquale Picchi Mille pietre di storia - nuova grafica lucchese - 1971)
( P. Lazzarini - storia della chiesa di Lucca - vol. II Lucca 1974 )
( Alberto Maria Onori - l’abbazia di S. S. di sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni )
( Alberto M. Onori - L’abb. Di, S. S. di Sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni ) ( Nazione “ speciale Papa “ ven. 22 - 6 - 89 ) 1120 COMPITESE ( abbazia S. S. di Sesto ) Papa Alessandro III° emette il decreto di annullamento di alienazione dei canonici pisani. ( Alberto M. Onori - l'abb. di S. S. di Sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni )
( Alberto M. Onori - l'abb. di S. S. di Sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni )
1168 COMPITESE (abbazia S. S. di Sesto ) Il Papa Alessandro III° diffida, con un documento databile 1168-69 ) i canonici pisani a continuare l’usurpazione dei beni dell’abbazia.
XIII° sec. COMPITESE ( abitato di sesto ) Il castro “ castrum “era un agglomerato di case cinto di mura evventualmente munito di altre opere di fortificazione ,e nel compitese corrispondevano a questo nome i paesi di: Colle, Castelvecchio, Ruota, l’abitato di Palaia , che non era mai citato come tale ma che era un centro ben preciso dotato di un terrapieno munito di fossato ( carbonaria ) ,; in tutto il territori pochissime erano i centri privi di mura : l’abitato di Sesto siti intorno all’abbazia, Coselli e Vaccoli: L’uso corrente delle campagne lucchesi erano in questi casi organizzati da una “ corte “, un sistema cordinato di edifici che forniva a piu famiglie lo spazio per abitare e i servizi per il lavoro nei campi contemporeaneamente ; veniva così a crearsi una situazione accentrata a differenza del frazionamento proprio del fiorentino o della vicina Valdinievile ( Alberto M. Onori - l'abb. di S. S. di Sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni )
1220 COMPITESE ( abbazia S. S. di Sesto ) Frate Benigno da Lucca, il quale man ,mano che tratta argomenti della sua epoca si fa sempre piu degno di fede, fa risalire a quest’anno un restauro generale dell’abbazia ( Alberto M. Onori - l'abb. di S. S. di Sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni ) 1221 COMPITESE ( abbazia S.S. di Sesto ) Il cronista Tolomeo Fiadoni riferisce della cessione da parte dell’abate dell’abbazia di Sesto della custodia dei castelli di Montecalvoli e Cerreto, posti sotto la protezione del comune di Lucca .
1251 COMPITESE ( abbazia S. S. di Sesto ) L’8 marzo di quest’anno il comune di Lucca riceve una petizione inviata da un abate ( l’abate di S. Benedetto Po’ ? ) nella persona dei suoi capitani Bonifacio da Vallecchia e Orlando da Corvara , affinché intervenisse nella controversia giurisdizionale intercorrente fra Sesto e la comunità di Orentano. ( Alberto M. Onori - l'abb. di S. S. di Sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni ) 1253 COMPITESE ( abbazia S. S. di Sesto ) Le comunità soggette all’abbazia non accettavano senza discussione l’autorità dell’abate, e attraverso un confronto serrato e protratto nel tempo riuscirono a conquistarsi, sempre nell’ambito del rapporto “ fedeli “ - “signore “ , sancito dal giuramento di fedeltà , un’autonomia abbastanza ampia . Un primo risultato di questi sforzi volti alla moderazione del potere abbaziale è riscontrabile al proposito di eleggere i rettori delle chiese pertinenti a Sesto. Trattandosi di chiese proprie era all’abate che spettava di diritto la, nomina di titolare esse; la comunità , però, non intendeva lasciare interamente nelle mani del signore un potere del genere, che di fatto permetteva a costui di inserire in una posizione di prestigio e di responsabilità persone solo a lui gradite. Attraverso una serie di azioni legali gli, abitanti cercarono perciò di inserirsi con i loro rappresententi nei procedimenti di elezioni . In quest’anno ad esempio il rettore di S. Colombano di Compito era eletto secondo una procedura nel quale il popolo svolgeva una funzione tutt’altro che secondaria. Riunito in chiesa, esso designava un elettore il cui Compito era quello di approvare o meno la scelta dell’abate, presente alla cerimonia faceva. Solo dopo l’apprrovazione dell’elettore poteva aver luogo l’insediamento, ad operai questo caso, dell’abate in “temporalibus “ e del pievano di Compito in “ spiritualibus “ . Quest’esempio si riferisce a un fatto compiuto, a un rituale già pacificamente accettato dalle due parti e da tempo istituzionalizzato. ( Alberto M. Onori - l'abb. di S. S. di Sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni ) 1255 COMPITESE ( abbazia S.S. di Sesto ) Arrigo q. Brodaioli in gennaio riceve dal neo eletto abate Melior l’incarico di recarsi a S. Benedetto Po’ per ricevere dall’abate di quel sito la conferma della sua elezione, come era del resto di regola. La nomina procuratoria immediatamente successiva lo incaricava ivece di opporre le debite eccezzioni giuridiche nel caso gli si fosse opposto il rifiuto. E’ chiaro che la nomina di Arrgo non aveva il solo scopo di evitare a Melior un viaggio lungo e faticoso; inviando lui, Melior era sicuro che in caso di un rifiuto che pareva temere il suo “ advoctus “ sarebbe stato ben piu abile e capace nel chiedere e fornire le spiegazioni del caso. Così Arrigo ,insieme al figlio Bartolomeo aveva una funzione rappresentativa diplomatica ed istituzionale. ( Alberto M. Onori - l'abb. di S. S. di Sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni ) 1256 C0MPITESE (abbazia S. S. di Sesto ) e le cave In quest’anno vi è una nomina procuratoria per ritirare a favore del signore sestese dai cavatori i censi dovuti . Le cave erano tutte nell’area di Buti e cioè nelle località S. Marco submonte e piu precisamente a Malagonnella, Tedalgari Bocha nuova, Valle Petrosa e Morgognone. ( Alberto M. Onori - l'abb. di S. S. di Sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni )
1263 COMPITESE ( abbazia S. S. di Sesto ) Nell’ottobre di quest’anno si ha la notizia che alla presenza di un castellano “ pro lucano comuni “, del giudice Antelminelli, anch’egli di Lucca, del console della comunità e altri funzionari abbaziali e comunitari, che l’abate Delay pronunziò la condanna dei traditori (cfr. appendice e documenti N. 21 ) . Costoro, e piu precisamente, il notaio Bonagiunta del fu Vitale, i suoi fratelli Guadagno e Mosca, il lombardo Benassai Barberio, e i castellani Dato q. Talenti, Palmerio Bellini, Acciaro Guidi e Cino Riccomanni ; poiché avevano consegnato “ poco “ prima il castello e l’abbazia di Castelvecchio ai pisani : pena che fù l’esilio per loro e i suoi familiari con la confisca dei beni a favore dell’abate di Sesto se non ché spese di ricostruzione dell’opere demolite nell’abbazia e castello a carico dei due ( in teoria , ma in pratica era un unica ) comunità. ( Alberto M. Onori - l'abb. di S. S. di Sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni ) 1267 COMPITESE ( abbazia S. S. di Sesto ) Un abate regolarmente eletto , il Deley , ( i documenti ne danno notizia dal gennaio 1263 all’agosto 1270 ) era stato catturato, carcerato e costretto a sottoscrivere la sua rinuncia alla dignità abbaziale per opera di una non meglio identificata “ potentiam laycalem “ che aveva provveduto anche a insidiare un altro abate, Bartolomeo, del quale i documenti ne danno notizia dal dicembre 1267 al marzo 1269. Solo l’intervento della milizia del vicario imperiale, cui il vescovo di Lucca, Enrico, informato della cosa si era appellato invocandone l’aiuto, , aveva permesso all’abate deposto di riacquisatre la sua libertà . Bartolomeo però per bocca del suo rappresentante Guglielmo, aveva a sua volta presentato appello al legato imperiale dicendosi ingiustamente privato della carica ; rimproverandolo di aver agito ingiustamente per essersi intromesso altro la sua competenza in affari di chiesa , lo, supplicava di riinsediarlo. A questa versione dei fatti si opponeva il rappresentante legale dell’abate Delay , e del vescovo Rochisciano, per il quale il vicario imperiale aveva agito correttamente nel concedere l’uso delle sue milizie, e quindi le conseguenze derivanti da quell’atto, la liberazione cioè del Delay e il suo reinsediamento , avevano valore legale mentre ogni altra decisione in merito era materia che esulava la competenza del vicario stesso. Tutto questo successe perché l’abbazia era in un punto strategico notevole , e dato che l’abate aveva il potere di prendere certe decisioni poteva agevolare il comune di Lucca o quello di Pisa. ( Alberto M. Onori - l'abb. di S. S. di Sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni )
1272 COMPITESE ( abbazia S. S. di Sesto ) Palaiola Fra il 24 settembre 1271 e il 19 giugno 1272 morì l’abate Gerardo e gli succedette Federigo. Alcuni mesi dopo era il capitolo presieduto da un vicario che agiva a nome di Federigo , recatosi a Roma presso la Santa Sede, nominando nell’ottobre il castaldo abbaziale in Palaia. Da qui si ha una riduzione degli atti di qualunque genere rogati fra l’abbazia e i terzi, silenzio che durerà fino al giugno 1273; ciò significa che in questo periodo dové accadere qualcosa tra i monaci il cui risultato fù di portare la destituzione di Federigo , cosa che non avvenne tanto pacificamente visto che gli abitanti di Castelvecchio di C.to disorientati da liti e discordie nel governo abbaziale promosse da Federigo e alcuni altri , esitavano a corrispondere i censi da essi dovuti. Un nuovo abate , Benvenuto doveva prendere esplicitamente l’iniziativa di tranqillizzarli , garantendo loro con un atto notarile che i versamenti fatti all’abbazia non sarebbero stati reclamati da Federigo e quindi l’ex abate si appellò direttamente alla curia romana. ( Alberto M. Onori - l'abb. di S. S. di Sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni ) Nell’ottobre i rappresentanti di Federigo e Ottobono fecero accordo per una composizione compromissoria della faccenda dell’anno prima , ma Federigo non accettò oppure non mantenne i patti così nel 1277 ci rifù discordia. ( Alberto M. Onori - l'abb. di S. S. di Sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni )
Nel gennaio , l’abate Benvenuto, sempre con l’appoggio del capitolo che nel 74 lo aveva espressamente riconosciuto abate legittimo, inviava altri due rappresentanti a Roma in previsione delle iniziative che Federigo ormai definito semplicemente “ monacus ordinis sancti Benedicti de Padolironis “ stava prendendo nella stessa sede. Le reazioni però non si ebbero da Roma ma bensì da S. Benedetto PO’ con l’invio di una lettera ricevuta il 19 marzo da parte dell’abate Egidio che invitava a recarsi da lui entrambi; ma Benvenuto con delle scuse riuscì a non andarvi cosicché un giorno dopo un documento analogo veniva presentato a Paganello vescovo di Lucca, dal rappresentante dell’abbazia Raniero Arrighi. ( Alberto M. Onori - l'abb. di S. S. di Sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni ) 1278 COMPITESE ( Abbazia S. S. di Sesto ) Negli ultimi mesi o nei primi del ’79 ricompare nei documenti Federigo un anno e mezzo dopo circa l’apello a Roma di benvenuto : Costui nel frattempo era morto lasciando al monastero solamente due monaci , Marchesino e Gianni che dovettero provvedere alla sua successione : Il 2 novembre 1278 il mattino, alla presenza di due giurisperti , un canonico della cattedrale di Lucca e il rettore della chiesa di S. Martino di Palaia, i due monaci conferiscono a Pietro , pievano del piviere di Compito , l’incarico di scegliere tra loro il nuovo abate . A questo atto presenzia anche Federigo definito ex monaco di S. Benedetto e ora semplicemente “ familiare “ dell’abbazia di Sesto ; quindi era stato ridotto a laico; viene scelto Marchesino. Alla cerimonia della conferma vi è Morando, i due giuriesperti, il canonico re il rettore di Palaia, i rettori delle chiese di S. Filippo, Toringo, Castelvecchio e Montecalvoli, un monaco di S. Benedetto Po’ e due conversi di S. Ponziano assieme a due magistrati di Lucca; tante personalità così è significante l’importanza dell’abbazia. Il 3 novembre l’abate di S. Ponziano, Morando, è ancora a Sesto e reinveste Federico ma come semplice monaco. Ma la pace non vive poiché i giudici della Santa Sede riconoscono vari diritti a Federigo, cosa che l’abate non riconosce , così tutto ciò continua fin tanto ché non muore Marchesino, Federigo, senza apparente motivo non compare più negli atti , anzi avviene l’elezione di un altro abate di nome Gerardo. Tutta questa controversia durò ben 12 anni ( Alberto M. Onori - l'abb. di S. S. di Sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni )
Muore il penultimo abate, il lucchese Nicolao Sarrini. Il suo successore , anch’esso di Lucca, rappresentò per l’abbazia la rovina definitiva .( guardare l’anno 1450 ) La cosa fu dovuta probabilmente per la sua rapace amministrazione (sebbene se ne attribuisca il male anche alla guerra), tanto che “ li castelli si ribellarono e li monaci ch’aveva morirono in quel tempo “ . Messa allora in commenda dal papa Nicola V° l’abbazia rimase ugualmente nelle mani dell’abate , un certo Giovanni dé Bernardi il quale “ a petitione delli sui parenti “ ne fu fatto commendatario. ( Alberto M. Onori - l'abb. di S. S. di Sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni )
4. 5. 1470 COMPITESE ( Abbazia di S. S. di Sesto ) Muore in casa del padre sita in città, e senza cerimonie , tanto che non vi era nemmeno un sacerdote che lo seguiva nell’ultimo suo minuto di vita Giovannino dé Bernardi , ultimo abate dell’abbazia di S. S. di Sesto. ( Alberto M. Onori - l'abb. di S. S. di Sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni )
25. 9. 1513 COMPITESE ( abbazia di S. S. di Sesto ) In quest’anno, visto come era ridotta ( grazie agli sperperi fatti dall’ultimo abate e da tutti i commendatari venuti dopo di lui ) e per sedare le controversie che erano sorte per l’attribuzione della commenda, l’abbazia ovvero cio che ne resta viene sottoposta al convento di S. Ponziano, prima anch’esso dipendente da S. Benedetto PO’ e nel 1378 passato agli olivetani. Cessione avvenuta assieme a S. Maria del Corso, S. Andrea di Castelvecchio ed ad altre chiese ancora annesse alla Badia ( Alberto M. Onori - l'abb. di S. S. di Sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni )
si parla del martilogio sito nell’ Archivio Arcivescovile di Lucca ( pag. 70 )
CRONOLOGIA STORICA DELL'ABBAZIASecondo il Targion Tonzetti , il primo documento che parla della Badia si rinviene in un testamento lucchese del 766, ove però si parla della chiesa e non del monastero. ( pag. 24 )
1020 COMPITESE ( abbazia di S. S. di Sesto ) Il 25 aprile Enrico II° conferì un altro diploma alla suddetta ( Alberto Maria Onori - L’abbazia di S. Salvatore di Sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni - pag. ) 1027 COMPITESE ( Abbazia di S. S. di Sesto ) Corrado II° il 6 aprile gli concede un altro diploma . In quest’anno l’abbazia possedeva un ampia autonomia sul piano amministrativo e giuridico e i monaci ebbero il privilegio di eleggersi il proprio abate ( purché fosse uno che viveva sotto la loro regola ) , in più avevano il diritto dell’autodifesa sanzionata dalle concessioni di due avvocati e di un gruppo di dodici uomini liberi legati da giuramento. Oltre a ciò possedevano beni in questo secolo a: Noceto, Cella?, Mariano?, Medesano, Falegaro, Niazzano, Verano de Melagri ec. ec. come vedesi nel doc. N. 2 ( Alberto Maria Onori - L’abbazia di S. Salvatore di Sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni - pag. ) 1053 COMPITESE ( l’ abbazia di S. S. di Sesto ) Enrico III° conferisce altro diploma a favore dell’abbazia il 4 luglio che conferma e amplia i possessi e i diritti e scompare anche qualsiasi accenno a qualunque mediazione marchionale . In quest’anno era abate un certo Maio , il ché fa pensare ad un allentamento tra marchesi di Toscana e Sesto. ( Alberto Maria Onori - L’abbazia di S. Salvatore di Sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni - pag. )
1099 COMPITESE (abbazia di S. S. di Sesto ) Iniziò in quest’anno a perdere case e terreni , iniziarono a ribellarsi i vassalli , così i monaci dei dintorni si videro costretti ad andare a vivere nella Badia per potersi meglio difendere . Così fu che perse parte della sua autonomia ( Alberto Maria Onori - l’abbazia di S. S. di sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni )
1100 COMPITESE ( le abbazie camaldolesi a Lucca ) Rangerio, ex monaco benedettino (probabilmente ) è per l’opera di questo santo che i camaldolesi vennero nella nostra diocesi, la badia di Cantignano, e quella di Pozzeveri assieme a quella di Sesto gli furono consegnate purché le riportassero agli antiche regola. Anche a Cantignano l’abate era il parroco del territorio dell’abbazia indipendente dal vescovo. Nei sec. XII- XV le abbazie o eremi camaldolesi erano 7 e cioè:
S. Salvatore di Cantignano
S. Andrea in selva ( nel compitese ) l’abbazia di Buggiano l’abbazia di S. Pantaleone ( S. Maria del Giudice )
A Cantignano risiedettero 4 secoli. La chiesa di S. Salvatore di Cantignano fu concessa all’ordine dei camaldolesi nei primi anni del 1100 e fu una delle prime abbazie benedettine a passare quindi all’ordine di S. Romualdo a Lucca. La concessione fu poi confermata dal Papa Pasquale II° nel 1113 e poi da altri fino al 1433 In 150 anni i monaci costruirono il nuovo convento di Cantignano con due chiostri e la nuova chiesa. La particolarità è che oggi il terreno è alzato di circa due metri. (Pasquale Picchi Mille pietre di storia - nuova grafica lucchese - 1971)
( P. Lazzarini - storia della chiesa di Lucca - vol. II Lucca 1974 )
( Alberto Maria Onori - l’abbazia di S. S. di sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni )
( Alberto M. Onori - L’abb. Di, S. S. di Sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni ) ( Nazione “ speciale Papa “ ven. 22 - 6 - 89 ) 1120 COMPITESE ( abbazia S. S. di Sesto ) Papa Alessandro III° emette il decreto di annullamento di alienazione dei canonici pisani. ( Alberto M. Onori - l'abb. di S. S. di Sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni )
( Alberto M. Onori - l'abb. di S. S. di Sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni )
1168 COMPITESE (abbazia S. S. di Sesto ) Il Papa Alessandro III° diffida, con un documento databile 1168-69 ) i canonici pisani a continuare l’usurpazione dei beni dell’abbazia.
XIII° sec. COMPITESE ( abitato di sesto ) Il castro “ castrum “era un agglomerato di case cinto di mura evventualmente munito di altre opere di fortificazione ,e nel compitese corrispondevano a questo nome i paesi di: Colle, Castelvecchio, Ruota, l’abitato di Palaia , che non era mai citato come tale ma che era un centro ben preciso dotato di un terrapieno munito di fossato ( carbonaria ) ,; in tutto il territori pochissime erano i centri privi di mura : l’abitato di Sesto siti intorno all’abbazia, Coselli e Vaccoli: L’uso corrente delle campagne lucchesi erano in questi casi organizzati da una “ corte “, un sistema cordinato di edifici che forniva a piu famiglie lo spazio per abitare e i servizi per il lavoro nei campi contemporeaneamente ; veniva così a crearsi una situazione accentrata a differenza del frazionamento proprio del fiorentino o della vicina Valdinievile ( Alberto M. Onori - l'abb. di S. S. di Sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni )
1220 COMPITESE ( abbazia S. S. di Sesto ) Frate Benigno da Lucca, il quale man ,mano che tratta argomenti della sua epoca si fa sempre piu degno di fede, fa risalire a quest’anno un restauro generale dell’abbazia ( Alberto M. Onori - l'abb. di S. S. di Sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni ) 1221 COMPITESE ( abbazia S.S. di Sesto ) Il cronista Tolomeo Fiadoni riferisce della cessione da parte dell’abate dell’abbazia di Sesto della custodia dei castelli di Montecalvoli e Cerreto, posti sotto la protezione del comune di Lucca .
1251 COMPITESE ( abbazia S. S. di Sesto ) L’8 marzo di quest’anno il comune di Lucca riceve una petizione inviata da un abate ( l’abate di S. Benedetto Po’ ? ) nella persona dei suoi capitani Bonifacio da Vallecchia e Orlando da Corvara , affinché intervenisse nella controversia giurisdizionale intercorrente fra Sesto e la comunità di Orentano. ( Alberto M. Onori - l'abb. di S. S. di Sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni ) 1253 COMPITESE ( abbazia S. S. di Sesto ) Le comunità soggette all’abbazia non accettavano senza discussione l’autorità dell’abate, e attraverso un confronto serrato e protratto nel tempo riuscirono a conquistarsi, sempre nell’ambito del rapporto “ fedeli “ - “signore “ , sancito dal giuramento di fedeltà , un’autonomia abbastanza ampia . Un primo risultato di questi sforzi volti alla moderazione del potere abbaziale è riscontrabile al proposito di eleggere i rettori delle chiese pertinenti a Sesto. Trattandosi di chiese proprie era all’abate che spettava di diritto la, nomina di titolare esse; la comunità , però, non intendeva lasciare interamente nelle mani del signore un potere del genere, che di fatto permetteva a costui di inserire in una posizione di prestigio e di responsabilità persone solo a lui gradite. Attraverso una serie di azioni legali gli, abitanti cercarono perciò di inserirsi con i loro rappresententi nei procedimenti di elezioni . In quest’anno ad esempio il rettore di S. Colombano di Compito era eletto secondo una procedura nel quale il popolo svolgeva una funzione tutt’altro che secondaria. Riunito in chiesa, esso designava un elettore il cui Compito era quello di approvare o meno la scelta dell’abate, presente alla cerimonia faceva. Solo dopo l’apprrovazione dell’elettore poteva aver luogo l’insediamento, ad operai questo caso, dell’abate in “temporalibus “ e del pievano di Compito in “ spiritualibus “ . Quest’esempio si riferisce a un fatto compiuto, a un rituale già pacificamente accettato dalle due parti e da tempo istituzionalizzato. ( Alberto M. Onori - l'abb. di S. S. di Sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni ) 1255 COMPITESE ( abbazia S.S. di Sesto ) Arrigo q. Brodaioli in gennaio riceve dal neo eletto abate Melior l’incarico di recarsi a S. Benedetto Po’ per ricevere dall’abate di quel sito la conferma della sua elezione, come era del resto di regola. La nomina procuratoria immediatamente successiva lo incaricava ivece di opporre le debite eccezzioni giuridiche nel caso gli si fosse opposto il rifiuto. E’ chiaro che la nomina di Arrgo non aveva il solo scopo di evitare a Melior un viaggio lungo e faticoso; inviando lui, Melior era sicuro che in caso di un rifiuto che pareva temere il suo “ advoctus “ sarebbe stato ben piu abile e capace nel chiedere e fornire le spiegazioni del caso. Così Arrigo ,insieme al figlio Bartolomeo aveva una funzione rappresentativa diplomatica ed istituzionale. ( Alberto M. Onori - l'abb. di S. S. di Sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni ) 1256 C0MPITESE (abbazia S. S. di Sesto ) e le cave In quest’anno vi è una nomina procuratoria per ritirare a favore del signore sestese dai cavatori i censi dovuti . Le cave erano tutte nell’area di Buti e cioè nelle località S. Marco submonte e piu precisamente a Malagonnella, Tedalgari Bocha nuova, Valle Petrosa e Morgognone. ( Alberto M. Onori - l'abb. di S. S. di Sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni )
1263 COMPITESE ( abbazia S. S. di Sesto ) Nell’ottobre di quest’anno si ha la notizia che alla presenza di un castellano “ pro lucano comuni “, del giudice Antelminelli, anch’egli di Lucca, del console della comunità e altri funzionari abbaziali e comunitari, che l’abate Delay pronunziò la condanna dei traditori (cfr. appendice e documenti N. 21 ) . Costoro, e piu precisamente, il notaio Bonagiunta del fu Vitale, i suoi fratelli Guadagno e Mosca, il lombardo Benassai Barberio, e i castellani Dato q. Talenti, Palmerio Bellini, Acciaro Guidi e Cino Riccomanni ; poiché avevano consegnato “ poco “ prima il castello e l’abbazia di Castelvecchio ai pisani : pena che fù l’esilio per loro e i suoi familiari con la confisca dei beni a favore dell’abate di Sesto se non ché spese di ricostruzione dell’opere demolite nell’abbazia e castello a carico dei due ( in teoria , ma in pratica era un unica ) comunità. ( Alberto M. Onori - l'abb. di S. S. di Sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni ) 1267 COMPITESE ( abbazia S. S. di Sesto ) Un abate regolarmente eletto , il Deley , ( i documenti ne danno notizia dal gennaio 1263 all’agosto 1270 ) era stato catturato, carcerato e costretto a sottoscrivere la sua rinuncia alla dignità abbaziale per opera di una non meglio identificata “ potentiam laycalem “ che aveva provveduto anche a insidiare un altro abate, Bartolomeo, del quale i documenti ne danno notizia dal dicembre 1267 al marzo 1269. Solo l’intervento della milizia del vicario imperiale, cui il vescovo di Lucca, Enrico, informato della cosa si era appellato invocandone l’aiuto, , aveva permesso all’abate deposto di riacquisatre la sua libertà . Bartolomeo però per bocca del suo rappresentante Guglielmo, aveva a sua volta presentato appello al legato imperiale dicendosi ingiustamente privato della carica ; rimproverandolo di aver agito ingiustamente per essersi intromesso altro la sua competenza in affari di chiesa , lo, supplicava di riinsediarlo. A questa versione dei fatti si opponeva il rappresentante legale dell’abate Delay , e del vescovo Rochisciano, per il quale il vicario imperiale aveva agito correttamente nel concedere l’uso delle sue milizie, e quindi le conseguenze derivanti da quell’atto, la liberazione cioè del Delay e il suo reinsediamento , avevano valore legale mentre ogni altra decisione in merito era materia che esulava la competenza del vicario stesso. Tutto questo successe perché l’abbazia era in un punto strategico notevole , e dato che l’abate aveva il potere di prendere certe decisioni poteva agevolare il comune di Lucca o quello di Pisa. ( Alberto M. Onori - l'abb. di S. S. di Sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni )
1272 COMPITESE ( abbazia S. S. di Sesto ) Palaiola Fra il 24 settembre 1271 e il 19 giugno 1272 morì l’abate Gerardo e gli succedette Federigo. Alcuni mesi dopo era il capitolo presieduto da un vicario che agiva a nome di Federigo , recatosi a Roma presso la Santa Sede, nominando nell’ottobre il castaldo abbaziale in Palaia. Da qui si ha una riduzione degli atti di qualunque genere rogati fra l’abbazia e i terzi, silenzio che durerà fino al giugno 1273; ciò significa che in questo periodo dové accadere qualcosa tra i monaci il cui risultato fù di portare la destituzione di Federigo , cosa che non avvenne tanto pacificamente visto che gli abitanti di Castelvecchio di C.to disorientati da liti e discordie nel governo abbaziale promosse da Federigo e alcuni altri , esitavano a corrispondere i censi da essi dovuti. Un nuovo abate , Benvenuto doveva prendere esplicitamente l’iniziativa di tranqillizzarli , garantendo loro con un atto notarile che i versamenti fatti all’abbazia non sarebbero stati reclamati da Federigo e quindi l’ex abate si appellò direttamente alla curia romana. ( Alberto M. Onori - l'abb. di S. S. di Sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni ) Nell’ottobre i rappresentanti di Federigo e Ottobono fecero accordo per una composizione compromissoria della faccenda dell’anno prima , ma Federigo non accettò oppure non mantenne i patti così nel 1277 ci rifù discordia. ( Alberto M. Onori - l'abb. di S. S. di Sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni )
Nel gennaio , l’abate Benvenuto, sempre con l’appoggio del capitolo che nel 74 lo aveva espressamente riconosciuto abate legittimo, inviava altri due rappresentanti a Roma in previsione delle iniziative che Federigo ormai definito semplicemente “ monacus ordinis sancti Benedicti de Padolironis “ stava prendendo nella stessa sede. Le reazioni però non si ebbero da Roma ma bensì da S. Benedetto PO’ con l’invio di una lettera ricevuta il 19 marzo da parte dell’abate Egidio che invitava a recarsi da lui entrambi; ma Benvenuto con delle scuse riuscì a non andarvi cosicché un giorno dopo un documento analogo veniva presentato a Paganello vescovo di Lucca, dal rappresentante dell’abbazia Raniero Arrighi. ( Alberto M. Onori - l'abb. di S. S. di Sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni ) 1278 COMPITESE ( Abbazia S. S. di Sesto ) Negli ultimi mesi o nei primi del ’79 ricompare nei documenti Federigo un anno e mezzo dopo circa l’apello a Roma di benvenuto : Costui nel frattempo era morto lasciando al monastero solamente due monaci , Marchesino e Gianni che dovettero provvedere alla sua successione : Il 2 novembre 1278 il mattino, alla presenza di due giurisperti , un canonico della cattedrale di Lucca e il rettore della chiesa di S. Martino di Palaia, i due monaci conferiscono a Pietro , pievano del piviere di Compito , l’incarico di scegliere tra loro il nuovo abate . A questo atto presenzia anche Federigo definito ex monaco di S. Benedetto e ora semplicemente “ familiare “ dell’abbazia di Sesto ; quindi era stato ridotto a laico; viene scelto Marchesino. Alla cerimonia della conferma vi è Morando, i due giuriesperti, il canonico re il rettore di Palaia, i rettori delle chiese di S. Filippo, Toringo, Castelvecchio e Montecalvoli, un monaco di S. Benedetto Po’ e due conversi di S. Ponziano assieme a due magistrati di Lucca; tante personalità così è significante l’importanza dell’abbazia. Il 3 novembre l’abate di S. Ponziano, Morando, è ancora a Sesto e reinveste Federico ma come semplice monaco. Ma la pace non vive poiché i giudici della Santa Sede riconoscono vari diritti a Federigo, cosa che l’abate non riconosce , così tutto ciò continua fin tanto ché non muore Marchesino, Federigo, senza apparente motivo non compare più negli atti , anzi avviene l’elezione di un altro abate di nome Gerardo. Tutta questa controversia durò ben 12 anni ( Alberto M. Onori - l'abb. di S. S. di Sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni )
Muore il penultimo abate, il lucchese Nicolao Sarrini. Il suo successore , anch’esso di Lucca, rappresentò per l’abbazia la rovina definitiva .( guardare l’anno 1450 ) La cosa fu dovuta probabilmente per la sua rapace amministrazione (sebbene se ne attribuisca il male anche alla guerra), tanto che “ li castelli si ribellarono e li monaci ch’aveva morirono in quel tempo “ . Messa allora in commenda dal papa Nicola V° l’abbazia rimase ugualmente nelle mani dell’abate , un certo Giovanni dé Bernardi il quale “ a petitione delli sui parenti “ ne fu fatto commendatario. ( Alberto M. Onori - l'abb. di S. S. di Sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni )
4. 5. 1470 COMPITESE ( Abbazia di S. S. di Sesto ) Muore in casa del padre sita in città, e senza cerimonie , tanto che non vi era nemmeno un sacerdote che lo seguiva nell’ultimo suo minuto di vita Giovannino dé Bernardi , ultimo abate dell’abbazia di S. S. di Sesto. ( Alberto M. Onori - l'abb. di S. S. di Sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni )
25. 9. 1513 COMPITESE ( abbazia di S. S. di Sesto ) In quest’anno, visto come era ridotta ( grazie agli sperperi fatti dall’ultimo abate e da tutti i commendatari venuti dopo di lui ) e per sedare le controversie che erano sorte per l’attribuzione della commenda, l’abbazia ovvero cio che ne resta viene sottoposta al convento di S. Ponziano, prima anch’esso dipendente da S. Benedetto PO’ e nel 1378 passato agli olivetani. Cessione avvenuta assieme a S. Maria del Corso, S. Andrea di Castelvecchio ed ad altre chiese ancora annesse alla Badia ( Alberto M. Onori - l'abb. di S. S. di Sesto e il lago di Bientina - ed. Salimbeni )
si parla del martilogio sito nell’ Archivio Arcivescovile di Lucca ( pag. 70 )
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