Le famiglie etrusche

Gli etruschi furono senza dubbio il primo popolo a usare cognomi, in genere patronimici o matronimici, e i romani adottarono il sistema nominale etrusco facendolo poi evolvere nel loro. Bisogna anche considerare che tra l'etrusco e il latino ci furono enormi scambi, specialmente nell'ultimo periodo di autonomia della civiltà etrusca, civiltà che fu poi letteralmente inglobata in quella romana.

Avilii sembrerebbe una forma latinizzata del nome (e cognome) etrusco Avile ("avil" in etrusco vuol dire "anno", il nome credo abbia un'altra radice). Il nome etrusco Avile (anche Avle, Aule) passò poi in latino come "Aulus" (Aulo).

Attraverso lo studio del repertorio epigrafico etrusco, si scopre che tra i "cognomi" etruschi del passato sono davvero tanti quelli ancora esistenti nell'Italia centrale, non solo in Toscana. Difficile credere che si tratti delle stesse famiglie, più facile pensare che ci troviamo di fronte a tracce di una profonda eredità linguistica, eredità dell'onomastica etrusca, e più in generale del greco-latino.

Per approfondimenti si vedano questi due studi recenti di Prosopografia dell'Etruria meridionale:
http://books.google.it/books?id=LvoWeJP3o_EC&printsec=frontcover&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false

http://books.google.it/books?id=JYvJ8CRjUIsC&printsec=frontcover&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false

Per tornare nello specifico della questione, non conosco la storia della famiglia toscana Avilii, ma le posso portare l'esempio della famiglia Cecina di Volterra, potente clan etrusco (con il cognome keikna o kaiknas), ritenuto responsabile della colonizzazione della padania (in particolare Bologna). Gli etruschi Cecina dopo l'occupazione romana si latinizzarono e dettero vita alla gens Caecina, lasciando tracce di sè con numerosi membri che ricoprirono importanti incarichi pubblici a Roma almeno fino al V secolo dopo Cristo, poco prima della caduta dell'Impero. 

La storia di questi Cecina (dal cui nome derivano numerosi toponimi in Toscana) andrebbe studiata meglio, perché ancora in pieno 1700 a Volterra esisteva una famiglia con questo cognome, sono ricordati nel Ceramelli Papiani con due fascicoli, furono iscritti alla nobiltà di Volterra, e vantarono un letterato,tale Lorenzo Aulo Cecina (vissuto nel XVIII secolo), e un vescovo, tale Filippo Nicola Cecina (1692 - 1765), vescovo coadiutore di Volterra e vescovo di Zenopolis in Turchia. Oggi sembrano estinti, ma se questi Cecina di Volterra, come afferma lo storico e nobile pisano Flaminio dal Borgo, discendono dalla famiglia etrusca, si tratta senz'altro di una delle famiglie con la più antica discendenza. 

Andreas de Florentia 

Gentile Daniele, 
anch'io come lei sono scettico sulla possibilità che esista un legame tra l'antica famiglia etrusca volterrana dei Cecina e quella vissuta in tempi più recenti a Volterra con lo stesso cognome, attestata a Volterra fino alla seconda metà del 1700. I motivi di questo scetticismo sono tanti, non ultimo quel vuoto onomastico che si venne a creare con la caduta di Roma, e la ricomparsa dei primi cognomi solo alcuni secoli più tardi, a partire dall'XI secolo. Inoltre, la sua domanda è pertinente, gli stessi Cecina etruschi, secondo alcuni studiosi, potrebbero aver preso il loro cognome dal fiume omonimo che nasce vicino Volterra, tra le province di Siena (Radicondoli) e Grosseto (Montieri), attraversa tutta la Val di Cecina in provincia di Pisa e poi sfocia nei pressi dell'attuale cittadina di Cecina (fondata nel 1800, ma con antiche tracce etrusche nel territorio). Legame che va detto, per onestà intellettuale, se anche ci fosse, sarebbe davvero difficile da dimostrare, persino con i potenti mezzi suggeriti con cognizione dal signor Guinzio. Ma la trovo una storia davvero interessante, questo forum mi sembrava il luogo giusto dove riportarla.

Per quanto riguarda i tanti toponimi "Cecina" presenti in Toscana si può partire da qua:
http://it.wikipedia.org/wiki/Cecina

Gli studiosi, anche locali, attribuiscono a questi toponimi un legame con l'antica famiglia etrusca dei Cecina, che fecero sempre base a Volterra, ma furono colonizzatori e si divisero in tanti rami, uno dei quali attestato a Bologna in epoca etrusca e un altro a Roma fino al V secolo dopo Cristo. Cecina, è utile ricordarlo, è la forma latinizzata (Caecina) del loro cognome etrusco (kaikna, keikna).

In generale, i cognomi che derivano da toponimi in Toscana sono comunque una minoranza. La maggioranza dei cognomi toscani sono patronimici derivati da nome, soprannome o mestiere di un avo. In qualche caso, ci sono cognomi "etnici", ovvero che indicano una provenienza, in genere caratterizzati dal suffisso - ensis (in italiano "ensi", "esi"), come il cognome "Pratesi", "Senesi" ecc... Cecina inoltre come cognome toscano non ha i crismi della tipicità, nella zona stessa di Volterra oltre questa famiglia non esistono altri esempi, neanche storici. Oggi il cognome Cecina ha otto utenze in Liguria, due in Toscana, una in Piemonte e una in Emilia Romagna. Le utenze liguri e toscane appartengono alle province di La Spezia e Massa-Carrara, guardacaso a pochi chilometri da Campo Cecina, località montana delle Alpi Apuane settentrionali, in provincia di Massa-Carrara (la provincia linguisticamente meno toscana). Per il cognome Cecina si può inoltre ipotizzare una derivazione da Cecio (o dal femminile Cecia), diminutivo di Francesco, da cui il cognome Ceci (la forma base), il cognome Cecini (forma base più suffisso -inus), il cognome Cecinelli (forma base più suffisso -inellus) ecc...

Ritornando ai nostri Cecina di Volterra vissuti fino al 1700 (mi scuso per la lunga e noiosa premessa), bisognerebbe scoprire quando presero questo cognome, quando è apparso per la prima volta nei documenti, cognome che come abbiamo visto è quasi un unicum in Toscana. Quello che è certo è che la famiglia vantava questa discendenza etrusca, e che la Volterra del 1700 era uno dei centri promotori dei neonati studi sugli Etruschi (bollati da alcuni, non senza disprezzo, come "Etruscheria", per i caratteri di esaltazione ed esagerazione che distinsero l'inizio). Gli studi sugli etruschi, esplosi con la pubblicazione di Etruria Regali di Thomas Dempster, opera composta nei primi decenni del 1600 per volontà di Cosimo II de' Medici ma pubblicata a Firenze solo un secolo dopo, nel 1723, videro protagonisti proprio alcuni volterrani, Mario Guarnacci su tutti. Flaminio dal Borgo, che frequentò senz'altro quell'ambiente, parla delle origini etrusche della famiglia proprio nella prefazione a un'opera di Lorenzo Aulo Cecina. Ne sono consapevole, ce n'è abbastanza per giudicare poco credibili le parole di Flaminio dal Borgo, ma un tentativo per far chiarezza su questa vicenda credo che meriti di essere fatto.

La prefazione di Flaminio dal Borgo:
http://books.google.it/books?id=LOQ_AAAAcAAJ&pg=PR11#v=onepage&q&f=false
Andreas de Florentia
 
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