planimetria dell'area anno 1755 - ARCHIVIO STATO LUCCA

La mappa raffigura la zona di confine tra lo stato fiorentino e lo stato lucchese. Particolare attenzione è prestata ai confini e alla organizzazione paesistico – territoriale.

In alto, in rosso, il confine; il grigio delle montagne lascia il posto, al centro, al colore verde utilizzato per rappresentare il lago di Bientina che riceve le acque provenienti da più parti: dal Leccio e dalla fossa Nuova a sinistra, dal lago Piccione in alto e dalla fossa Malora a destra; in basso è raffigurata la Tura, le cui acque, passando per le cataratte di Riparotto, si riversano in Arno.

L'autore ha usato tre diversi modi per rappresentare utilizzazioni diverse del territorio intorno al lago: i luoghi paludosi e i pagliareti, presenti anche a destra nei pressi dell'Argine Grosso, sono contrassegnati da una lettera maiuscola, a china sono rappresentati i ciuffi di erbe palustri. (cfr scheda 2 ovvero f., 45, 2), mentre l'uso dell'acquarello e il giallo ocra indicano i luoghi che sono destinati a restare asciutti e sono quindi utilizzati come seminativi. Un verde misto a marrone ha la funzione di indicare i luoghi coltivati a frutteti, contrassegnati da una terza lettera maiuscola .

Nella ultima zona descritta sono sparsi qua e la' alberelli dalle forme semplici e lineari. Tale rappresentazione di diverse colture compare anche, oltre che ai confini del lago, nei pressi dello stato lucchese, collocato in basso a sinistra, più precisamente nelle vicinanze di Paganico, Parezzana, Badia Pozzeveri. Il disegnatore ha utilizzato la tratteggiatura per indicare l' Arginetto Vecchio della Serezza tra il ponte di Bientina e il ponte di Vico. I vari centri sono raffigurati in alzato e in pseudoprospettiva con l'unica eccezione della città di Lucca, rappresentata in pianta in basso. Precisa e attinente alla realtà è la descrizione del corso del fiume Serchio, rappresentato in colore verde. Il fiume riceve le acque del lago di Bientina attraverso il Rogio che rappresenta con i suoi numerosi rii lo scolo generale delle campagne lucchesi.

La carta è arricchita da un cartiglio grande a destra, il significato delle lettere maiuscole si apprezza per i colori intensi e per la cura dei particolari:

A Luoghi Paludigni e Pagliareti

B Luoghi bassi, che sogliono restar' ordinariamente asciutti per farvi la fe=

menta de minuti per il secondo raccolto

C Luoghi coltivati e fruttiferi presentemente inondati e setto acqua per la

Serezza serrata

D Tura o sia Argine fatto nella Fossa Serezza per cui rima=

ne serrata affatto

E Argine scarnito dala parte verso il Territorio di Vico

F Confine tra il Lucchese e Fiorentino

G Andamento? Vecchio della Serezza

H Ozzeri o Rogio scolo generale della Campagna Luccese

La dizione " Argine Grosso" rimanda all'opera voluta da Cosimo I nel 1550, e cioè la costruzione di un muraglione dalle colline di Bientina fino a quelle di Buti al fine di prosciugare le terre tra l'Argine e l'Arno e garantire una portata costante alle gore che alimentavano i numerosi mulini del bientinese.

L'Argine Grosso determinò l'allagamento della piana di Lucca e di conseguenza l'escavazione della Serezza Nuova del 1561. La "Tura" cui si fa riferimento quale causa della disastrosa inondazione fu costruita nel 1775, con pali, tavoloni e terra ad opera dei fiorentini. La chiusura dello sbocco della Serezza era stata decisa poiché si riteneva che le acque del Serchio fossero mal controllate dai lucchesi, per cui debordavano nella piana e invadevano anche le campagne pisane all'imboccatura della fossa Serezza, ma questo provvedimento quasi di rappresaglia provocò una vasta inondazione dei territori lucchesi e indusse alla ricerca di soluzioni più efficaci. La Tura fu disfatta il 23 Marzo 1756 e della questione del riordino idrico del bacino si parlò in un convegno tecnico che fu tenuto a Ripafratta.