Il disegno del Lago

L'ampio stagnamento d'acque, ch'ebbe poi il nome di Lago di Sesto o Bientina, per i due paesi più grossi che vi restarono sulle ripe, sembra che siasi venuto formando nel medio evo, quando essendosi mutata la condizione dell'Arno, le acque che calavano in quella bassa pianura non ebbero più lo scolo occorrente; per la qual cosa si andò a poco a poco impaludando, e divenne poi Lago, un tratto di terreno, che ne' tempi più remoti fu coltivato[01]. È probabile pure che si formassero prima alcune lagune distinte ne' luoghi più bassi, le quali ebbero necessariamente nomi e padroni diversi. Anzi d'ordinario si crede che una schiena di terra non inondata, diretta da levante a ponente, dividesse le acque di Bientina da quelle di Sesto; ed è poi tradizione, che su questa striscia di terreno, della quale per moltissimi anni restò scoperto solo un piccol tratto a modo d'isola, fosse già una chiesa dedicata a S. Benedetto ed un castello. Anche dopochè fu formato l'allagamento, il pelo delle acque non rimase costante, e per conseguenza lo spazio inondato, a seconda de' tempi, crebbe e diminuì; ed a causa delle opere che vi si fecero attorno a più riprese, affine di favorire lo scolo e guadagnare terreno all'agricoltura, si riebbe forse alcuna volta la divisione del Lago in più stagni.

Una mappa, che a giudicare dalla forma della scrittura, è della prima metà del quattrocento, e che mostra di essere stata compilata per indicare le confinazioni del Lago secondo i documenti antichi (per lo più del millecento e del dugento, che vi si citano nel margine), ci offre la seguente spartizione e nomenclatura delle acque. La parte media si dice Lacus Blentine, nunc districtus Florentie et olim Lucensium; la mezzana e più vasta, Lacus Sexti; infine la parte posta a tramontana si vede suddivisa in tre:

1.° Lacus Poteoli, qui dicitur Carpinocchio;

2.° Lacus Computi et aliorum nobilium et ecclesiarum;

3.° (Lacus) procerum sive Captaneorum Castrinovi. (Filza 58 della serie presente.)