VILLA O VILLORA - notizie storiche

1) Notizie storiche su Villa, tratte da El incastellamento en el territorio de la ciudad de Luca (Toscana) Poder y territorio entre la Alta Edad Media y el siglo XII - Juan Antonio Quirós Castillo 

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2 . Antecedenti: Le Sei miglia nell'alto medioevo.


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Reperti del periodo carolingio e post-carolingio (IX-X) sono molto rari

Abbiamo solo  l’indicazione di Villa San Ginese (GAC 1990: 38-39) e Corte Bianchi,

nel  territorio de Paganico (GAC 1990: 25). Sebbene  non  esista uno studio sistematico dei

materiali procedenti  di questi ritrovamenti, si possono attribuire al primo i secoli  VIII-X  al

secondo i secoli  X-XII. 



Villa San Ginese si trova nell'area dove probabilmente sorse l'antica plebanía di Compito,

denominata Santo Stefano de Villoria, documentata nel X secolo, che perse il suo carattere

di plebanía nell'XI secolo, sotto la costante minaccia delle alluvioni. Nel 1077 a Compito era

già stata edificata una nuova plebanía (ANDREUCCI 1964). Indagini condotte nell'area hanno  consentito il recupero di un limitato insieme di ceramiche romane, associate ad   altri materiali risalen ti all'Alto Medioevo. Sebbene i materiali non siano molto significativi o numerosi, la morfologia dei vasi (Fig. 45, n. 1, 3), nonché l'associazione con i testi (Fig. 45, n. 2, 4) e la presenza di vasi vacuolati, ci permettono di suggerire una cronologia intorno al X-XI secolo per questo sito. In base a queste informazioni è possibile considerare la continuità di occupazione del paese tra il tardo antico e l'alto medioevo, anche se sarebbe necessario effettuare uno studio più approfondito del sito.(*) 


* Ringraziamo Giulio Ciampoltrini e Marco Frilli, del Gruppo Archeologico di Capannori, per la possibilità di studiare questi materiali recuperati nei rilievi di superficie. Altri rinvenimenti effettuati nel vicino comune di Forra nel 1996 hanno confermato l'esistenza di reperti romani legati a materiali medievali.
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4. El incastellamento en Seimiglie
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Parimenti, iniziative come la creazione dei quattro castelli di Compito devono aver influito sulla rete insediativa, anche se il progressivo abbandono di tre di essi ha favorito la rigenerazione dell'insediamento sparso; In ogni caso, la concentrazione dell'insediamento sulle alture fu favorita da ragioni ecologiche, come l'espansione del Lago di Sesto nel corso dell'XI secolo, che costrinse il trasferimento dell'antico borgo di Villora a Compito (ANDREUCCI 1964). 
Altro caso significativo è quello del castello di Aquileia, realizzato dal Vescovo nei primi decenni del XII secolo, che comportò il trasferimento al suo interno di almeno parte della popolazione del villaggio di Dardagna (WICKHAM 1995a: 74) . 
Porcari (Foto 81) si trovava sul tracciato della Via Francigena. Il paese era diviso in due entità distinte, il castello e il borgo posto sul tracciato della strada. Il carattere bipartito di Porcari era così forte che aveva due chiese separate, e si formarono anche due diversi concili (SEGHIERI 1985: 65 ss.). In questo caso la presenza della strada e di un mercato rionale sono stati elementi centrali nella crescita demografica del castello, probabilmente il più grande della regione.
La costruzione dei castelli di Seimiglie ebbe un effetto limitato sull'insediamento nel suo complesso, anche se in alcune zone dove la concentrazione di castelli era molto alta, come la zona delle colline nord-occidentali e la valle del fiume Freddana (9 castelli) o Compito (4 castelli), il castello divenne una delle principali tipologie di residenza e occupazione del territorio (ONORI 1984).

Nota al testo. "È necessario distinguere i tre castelli che appaiono citati nei diplomi imperiali di Enrico II (1020) e Corrado II (1027), poiché sono sempre stati confusi tra loro. 
Nel primo documento (CAAL 2, n. 90) si cita il "castro quod est Competum", e si fa menzione del "pogium quod dicitur Flamperge", situato "in loco Sexto". 
Sette anni dopo (MGH, DIPLOMATA IV, n. 80: 106 ss.), tra i possedimenti dell'abbazia, è citata «in loco Computo cum porzioni de ipso castello» la chiesa di Sant'Andrea e San Colombano, che è il castello già menzionato sopra. Inoltre sono citati i «castello vetero et castello novo in ipso loco Sexto, quod est constructum in monte et poio qui dicitur Monte Flagimperge». 

Per identificare questi toponimi si tenga conto che Compito nell'XI secolo si riferisce all'area in cui si trovava la plebanía di Santo Stefano de Villora, nei pressi di Villa San Ginese (ANDREUCCI 1964 *), mentre Sesto si riferisce alla zona più meridionale, dove si trovavano il lago e l'omonima abbazia. 
Ritengo quindi che il castello di Compito possa essere identificato con il Monte Castellaccio, posto in prossimità di S. Andrea de Compito (292 m, FRILLI 1998: 33-5) e documentato come tale già nel XIII secolo (ASL Certosa, settembre 81243); il vecchio castello di Sesto è l'attuale Castelvecchio de Compito (149 m) e il nuovo castello di Sesto sarebbe Monte Castello o Col dei Lecci, situato nei pressi del Colle di Compito (229 m, FRILLI 1998: 20-21). Un documento di particolare interesse relativo alla geografia storica di quest'area è una carta della prima metà del XV secolo che descrive il "lacus Sexti", il "lacus Poteoli", il "lacus Compiti" e il "lacus procerum sive captainorum Castri Novi" (BONGI 1872: 325). Lo stesso monastero costruì il castello della Verruca, in territorio pisano.

ANDREUCCI Salvatore, 1964,
S. Stefano Villora: la primitiva pieve del Compitese oggi scomparsa
«Giornale Storico della Lunigiana»  Ser. N.S., vol. 15 (1964) pag. 55-60

2) Notizie storiche tratte da Moreno Giovannoni nel suo libro " The fireflies of autumn and other Tales of San Ginese"









3) Notizie storiche tratte da Salvatore Andreucci nel suo articolo " S.Stefano di Villora: la primimitiva Pieve. del Compitese oggi scomparsa"del Giornale Storico della Lunigiana e del Lucense . 1964

Andreucci tratta della Pieve di Villora, cioè di santo Stefano, nata, pensa, similmente alle altre Pievi lucchesi nella fase declinante dell'impero romano, cioè nella secondà metà del secolo IV e nel secolo V.  Ritiene, l'Andreucci, che fu scelta Villora come Pieve perchè durante l'Impero Romano la località doveva essere stato un vicus od un pagus importante. Perchè, Villora non significa in latino "piccola villa", cioè un villaggio ? 
Mi sembra facile intuire che tutti i campi che stavano nella pianura compresa tra il lago di Sesto, che era assai più ridotto di quello medioevale*, e la collina di San Ginese dovessero appartenere a discendenti dei legionari romani, che avevano ricevuto a fine a carriera le centurie e che dovevano far capo a qualche centro situato proprio ai limiti della piana. 
Recupera, l'Ancreucci, un documento del 983 in cui è riportato
* gli scavi delle Cento Fattorie romane stanno a dimostrarlo


pag.55























Veduta della strada principale di Villa, che punta ad ovest
Stessa strada che punta ad est
Villa vista dallo stradone. la sua altitudine le permetteva di rimanere sempre al di sopra delle inondazioni periodiche del lago di Sesto, anche se sembra che la sua importanza risultasse diminuita proprio dalle inondazioni tanto che alla fine fu deciso il trasferimento della Pieve a Castello.

Villa vista dallo STRADONE


La SCOMPARSA della Pieve di Santo Stefano di Villa 
 ESISTENTE INTORNO ALL'ANNO 1000

ECCOLA !


4) Notizie storiche tratte da F. Levarotti "Popolazione, famiglie, insediamento, ecc" pag. 64,65

Il comune di Villora nel primi decenni del 1300 declina di importanza per lo scemare della popolazione dovuto alle guerre. Viene addirittura bruciato nel 1332.  Nell'estimo guinigiano abitava una sola famiglia.




65. Dall'AaL.5, pag.69

Il comune ( di Villora, di cui il Rapetti non si ricordava il nome) , che aveva una chiesa con cimitero intitolata a Santo Stefano, era abitato nel 1331 da 7 famiglie (Estimo 12 bis) . Nel 1334 vi erano rimasti solo 3 uomini (AaL 7.p. 3). Dal censimento di granaglie del 1354 (Abbondanza 379) risultano 4 famiglie, nel 1362 e 1366 però le famiglie  dovevano diminuite perché appare senza console (Rettori, 26 e 29). Nell'estimo del 1386 (Estimo 141) è unito con San Giusto di Massa Macinaia; nell'estimo del 1411-13 (dove continuava ad essere unito con San Giusto, che è ben lontano)  abitava una sola famiglia.

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5) Notizie storiche tratte da Barsocchini - Tomo V, documenti dell'Archivio Arcivescovile di Lucca

(edizione dei documenti di IX secolo)