|
Il gentiluomo lucchese, che negli anni del Direttorio e del ducato di Elisa Bciocchi, avrebbe rivestito un prestigioso ruolo pubblico in città, è qui raffigurato in un atteggiamento affabile che ne mette in rilievo la sensibilità e la cultura. Le qualità pittoriche del ritratto, oltre a testimoniare della bravura dell'artista, suggersiscono anche il livello di stima e d'amicizia che doveva legare l'autore al committente, per il quale aveva eseguito a Roma una delle sue prime pitture a olio: una copia dell'Ercole in riposo di Annibale Carracci, nella Galleria Farnese. Il ritratto fu eseguito a pendant con quello della moglie del Bernardini, Maria Santini ( Trenta T., Notizie di pittori ecc..., Lucca 1822, p.188).
LA FAMIGLIA BERNARDINI - I PERSONAGGI
https://www.ethanricci.cloud/lucca/135cofanetto.htm
Quella dei Bernardini è stata una delle famiglie lucchesi più note e potenti nel Cinquecento, casato che, con virtù e prudenza, seppe conservare magnificenza e grandezza.
Numerosi i personaggi di rilievo, fra i quali spicca la figura di Martino Bernardini (1487-1568) patrizio lucchese che fu attento e prudente mercante ma anche mecenate e uomo di cultura con conoscenze e relazioni a livello europeo. Dotato di un grande senso degli affari gestì una grande compagnia mercantile attiva in commerci e operazioni bancarie e raccolse una cospicua fortuna. La sua formazione nell'ambiente umanistico di primo Cinquecento orientato agli ideali di serenità e al mito del Pacifico et Populare Stato contribuì a fare di lui un apprezzato esponente dell'oligarchia cittadina; al suo nome è legata la cosiddetta Legge Martiniana, da lui proposta e fatta approvare nel 1556 con la quale si stabilì che non potessero aspirare alle cariche della Repubblica Lucchese i nati da padre forestiero, eccezion fatta per gli stranieri cui fosse stata concessa la cittadinanza e le famiglie del contado i cui membri avessero già rivestito cariche pubbliche; una riforma che accentuò il carattere elitario della Repubblica preparando il futuro accentramento dell'autorità nel patriziato cittadino. Nel 1522 Martino fronteggiò in modo energico la Congiura dei Poggi e nel 1531 ebbe un ruolo rilevante nella repressione della Rivolta degli Straccioni, dove la sua opera di mediazione e la sua moderazione giunsero a farlo definire come "il nobile che più ce l'aveva con gli altri nobili e che maggiormente favorì le richieste popolari".
Giovanni Bernardini nato nel 1486, fratello di Martino e padre di Giuseppe, sposato a Chiara Cenami, fu esponente di primissimo piano dell'aristocrazia mercantile lucchese, muovendosi dal commercio all'attività manifatturiera, dalle operazioni cambiarie ai prestiti ai re.
Giuseppe Bernardini nato nel 1524 e definito da Nicolao Granucci "il magnifico messer [ .. ] tanto delle Muse amico", riassunse in sé le aspirazioni culturali del padre e dello zio e fece parte, giovanissimo, del cenacolo culturale che orbitava intorno a Francesco Robertello, chiamato in città per animare gli studia Humanitatis. Giuseppe Bernardini fu promotore di quella che Antonio Mazzarosa definisce una "privata società per dotti esercizi" frequentata da eminenti cittadini lucchesi per la quale (ci racconta ancora il Mazzarosa) egli fece venire a Lucca dalla Francia "il concittadino Ascanio Santini per istruire nella sfera e nella morale d'Aristotele".
La famiglia Bernardini, che ben conosceva le insidie della sorte a cui sono sottoposti i mercanti, per controbilanciare i rischi dell'impresa commerciale non trascurò gli investimenti fondiari, acquistando terre e fabbricati ed edificando ville e palazzi nel contado lucchese.
Infatti Martino Bernardini riuscì a costituire un vasto patrimonio immobiliare: tra le ville Bernardini ricordiamo la Villa di Massa Pisana (con il delizioso teatro di verzura) e la Villa di Coselli denominata delle "Quattro Torri" per il suo aspetto fortificato neofeudale.