I Romani hanno pianificato anche l’area della Piana di Lucca
secondo una geometria ortogonale, la Centuriazione , tracciata dai Cardi e Decumani.
Il territorio era diviso secondo una maglia quadrata
ortogonale di 20 actus di lato (circa 706 metri ), delineando le centurie di circa 49,8 ettari .
I lotti, divisioni ulteriori delle centurie, erano poi
assegnati ai legionari congedati dall’esercito.
Le quote attribuite ai centurioni o ai cavalieri erano di
dimensioni superiori a quelle attribuite ai semplici legionari.
Rimanevano indivise delle zone per uso comunitario, per il
pascolo e per la raccolta della legna, che di solito venivano localizzate nelle
zone inadatte per la messa in coltura.
La superficie concessa ai coloni era diversa nelle varie
colonie romane, lo storico Tito Livio riporta:
Luni 51,5
iugeri ovvero 12,9
ettari
Aquilea 50 iugeri
ovvero 12,5 ettari
Saturnia 10 iugeri
ovvero 2,5 ettari
Parma 8 iugeri
ovvero 2 ettari
Pisa 6 iugeri
ovvero 1,5 ettari
Modena 5 iugeri
ovvero 1,25 ettari
La causa di queste differenze era basata sulla diversità dei
suoli, ovvero sull’opportunità di sfruttare un territorio: per esempio, Luni
era acquitrinoso e poco produttivo.
In un periodo tra il 200 ed 180 a .C. i Romani
colonizzarono la Pina
Lucchese e fondarono la Città di Luca. In un primo momento, colonizzando
l’area da Sud, suddivisero il terreno in centurie partendo dalle zone asciutte,
tralasciando a divisioni “ad casum” le terre interessate dalla presenza del
Fiume Auser.
Le centurie lucchesi presentano le dimensioni canoniche di
circa 706 metri
su ogni lato, quindi sono facilmente riconoscibili sul terreno i quadrati di
20x20 actus.
Allo stato attuale delle ricerche storiche e delle indagini
dirette sul territorio non è possibile individuare il limiti esatti della
centuriazione lucchese: le ultime tracce si perdono tra S.Donato e S.Angelo ad
Ovest, tra Guamo e Massa Pisana a Sud, tra Carraia e Capannori ad Est, e tra
Lammari e S.Pietro a Vico a Nord della Città.
Secondo l’archeologo lucchese, Michelangelo Zecchini, la
centuriazione interessò tutta la piana di Lucca, da Nord a Sud e da Est ad
Ovest, con 200 centurie, 40.000 iugeri, ovvero 10.000 ettari .
Il Prof. Zecchini ipotizza che, nella zona tra il canale
d’Altopascio, la zona del Chiarone ed il Rio Ralletta, area indagata
archeologicamente ed aereofotogrammeticamente, esistano 25 fattorie romane su 340 ettari , 1360 iugeri.
Tale ipotesi significa che ad ogni colono veniva assegnato un lotto di 54
iugeri, quindi ¼ di centura, 13,5 ettari .
La conferma di tale tesi si trova nello scavo della Fattoria
romana di Fossanera A, nel comune di Porcari, con il ritrovamento di un
apparato consistente in una vasca per la spremitura dell’uva, collegata
attraverso un tubo fittile ad un tino di raccolta esterno, molto simile ai
palmenti in uso nell’Italia meridionale fino agli anni ’60.
La vasca aveva una capacità di circa 180 ettolitri che
mediamente è il doppio rispetto a quella dei palmenti costruiti nelle nostre
campagne nei primi decenni del ‘900 e caratterizzati da un retroterra viticolo
di 4-5 ettari .
Appare quindi plausibile un’assegnazione di un lotto di 13,5 ettari .
Oltre alla centuriazione di Lucca, esistono anche le
centuriazioni di Pisa e di Altopascio che hanno inclinazioni diverse, rispetto
alla Lucchese, dovute alla necessità di aggirare i Monti Pisani e le Cerbaie.
La centuriazione di Altopascio declina di circa 42° Ovest ed
interessa la zona delle Cerbaie con 85 centurie per una superficie di 4.000 ettari .
Infine la centuriazione di Pisa, che copre tutta la piana
pisana, declina i cardini di circa 28° Est comprendendo 460 centurie su una
superficie di 23.000
ettari .